Album come
"Sulphurous Temple", secondo lavoro per i canadesi
Sortilegia, ci pongono, inevitabilmente, di fronte ad una domanda: hanno senso nel 2018?
Questo genere di black metal, infatti, così "raw", così scarno, così "old style", ha già detto tutto quello che doveva essere detto e, alla luce di tutte le evoluzioni che il genere ha affrontato dai primi anni 90' ad oggi, appare davvero fuori tempo massimo e, passatemi il termine, abbastanza innocuo.
Solitamente per giudicare tutto questo ci si deve concentrare solo ed esclusivamente sulla reale passione che c'è dietro le composizioni: da questo punto di vista mi sento di dire che il duo, per inciso parliamo di marito e moglie, sono al di sopra di ogni sospetto perché la proposta musicale appare genuina e frutto di vero amore per le origini di un genere che, a giudicare dall'operato dei
Sortilegia, ancora è in grado di esercitare il suo fascino ed il suo nero influsso.
"Sulphurous Temple" sta, quindi, tutto qui.
Amate il "vero" black metal?
Vi accontentante di una musica molto "semplice" e diretta?
Siete veri amanti della vera fiamma nera?
Se la risposta è si, l'album avrà il suo fascino.
In tutti gli altri casi, lasciate perdere.
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