Dopo molta gavetta suonando nello stesso palco assieme a
Bud Spencer Blues Explosion,
Verdena,
Scorpion Child e
Stoned Jesus, qualche compilation e 4 Ep, finalmente la band veronese
Kayleth riesce a produrre un album composto da 12 tracce chiamato “
Colossus”, copertina spaziale molto carina e influenze che vanno dagli
Orange Goblin ai
Monster Magnet, ma soprattuto ai
Kyuss, di cui l’album è figlio legittimo, gruppo dedito dunque allo Stoner Rock, con influenze spiccatissime per i pionieri del genere, produzione molto desert e buone atmosfere.
L’intero disco non suona male, anzi è molto piacevole, ma all’album credo manchi un po’ di cattiveria, qualche pezzo alla “
Green Machine” per intenderci confrontando con la band di Garcia e co. a cui la band scaligera vorrà senz’altro misurarsi con i dovuti paragoni; i testi sono molto ben scritti, ma spesso si incappa in rallentamenti e pause riflessive e melodiche che ripetute per tutto l’album diventano un po’ narcotiche, “
Ignorant Song” sarebbe potuta essere il pezzo di spicco, ma perché quei sintetizzatori a metà traccia?
Purtroppo quando si recensisce un disco andare sull’oggettivo diventa difficile per quanto si voglia essere imparziali, cosa del tutto impossibile con il voto che perderà mezzo punto per l’uso indiscriminato di tastiere e simili, stessa cosa vale per “
The Escape” altro pezzo molto interessante ma dilaniato da quegli effetti spaziali fastidiosissimi.
Dico davvero i
Kayleth sono molto ben equipaggiati ed hanno tutte le capacità per produrre roba molto seria, gli do piena fiducia, tutti gli amanti del genere dovrebbero tenerli sott’occhio.
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