Copertina 7

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2005
Durata:50 min.
Etichetta:LMP
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. BURDEN OF GRIEF
  2. AFTER FOREVER
  3. PERISHED IN FLAMES
  4. DAWN OF A NEW AGE
  5. BANISHED FROM ETERNITY
  6. AT THE SHADOWCROSS
  7. TO KNEEL IS TO SUFFER
  8. HEAVENSEEKER
  9. SIGNS
  10. BEYOND THE MIRROR
  11. KINGS WHO DIE

Line up

  • Carsten Frank: vocals
  • Kai Muhlenbruch: guitars
  • Norbert Geiseler: guitars
  • Dirk Kuhner-Zelmer: bass
  • Arnd Lorenz: drums

Voto medio utenti

Arriva anche per i tedeschi Galloglass, autori di un non proprio eccezionale debutto un paio di anni fa, la tappa obbligata del secondo disco, solitamente cruciale nella carriera di ogni artista (e più che mai di questi tempi, dove le labels sembrano sempre più interessate alla politica dell’usa e getta e sempre meno a coltivare i vari acts con pazienza e devozione). Cominciamo subito col dire che non credo che la band di Hannover arriverà mai alle vette della scena power europea. Le composizioni di “Heavenseeker” non si discostano assolutamente dalla media di ciò che da anni siamo abituati a sentire: power metal tedesco molto standard, maggiormente incentrato sulla potenza piuttosto che sulla componente “happy”, in una via di mezzo tra i Gamma Ray e i primissimi Blind Guardian. Il tutto condito sapientemente con qualche inserto orchestrale piacevole e poco invadente.
Complessivamente la band ci sa fare, e confeziona undici brani gradevoli e ben riusciti, che se certo non contribuiranno a risollevare le sorti di un genere sempre più impegnato a guardarsi l’ombelico, ci regalano almeno poco più di un’ora di piacevole intrattenimento.
Rispetto a “Legends from now and nevermore”, i miglioramenti ci sono stati, sia per quanto riguarda il songwriting, sia per la produzione, davvero limpida e potente. “Burden of grief”, “After forever” (che si avvale sia di una bella sezione di archi che di un controcanto growl particolarmente azzeccato, che rifà il verso a quanto già provato da Kamelot e Nocturnal Rites), “Dawn of a new age” (l’episodio più power di tutto il disco, dotato di un chorus veramente trascinante) la stessa title track, sono forse i brani più riusciti di un lavoro che non conosce comunque grandi cali di tensione.
Lo ripeto, siamo lontani dall’eccellenza, ma in un periodo come questo ogni band onesta e volonterosa come questa è ben accetta. I fans del power teutonico possono comprare “Heavenseeker” a scatola chiusa, agli altri è lo stesso consigliato un ascolto, fosse anche per la presenza di Jeff Waters come inatteso quanto azzecato guest!
Recensione a cura di Luca Franceschini

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