Tre anni dopo il bellissimo
Bannstein, gli
Eïs si riaffacciano sul mercato discografico, sempre grazie alla
Prophecy Records, con un breve EP, limitato a sole 1000 copie, di due brani che, stando alle dichiarazioni del mastermind
Alboîn, rappresenta una sorta di espressione molto intima e, soprattutto, spontanea di quello che attualmente è il suono del gruppo tedesco.
"Stillstand und Heimkehr", nel corso dei sui ventidue minuti di durata, ci pone al cospetto, come da tradizione, di un suono gelido, molto violento e disperato che si alterna con momenti più riflessivi, li definirei minimali, e vagamente rock oriented in un quadro espressivo multiforme, sebbene assolutamente privo di speranza e lontanissimo da qualsivoglia forma di mainstream.
Probabilmente questo EP manca di quel "qualcosa" che rende i lavori precedenti dei piccoli capolavori di musica estrema, tuttavia la qualità resta comunque molto buona e l'interpretazione passionale ed emotivamente di grande spessore, considerando che, in ogni caso, stiamo parlando pur sempre di soli due brani.
Proprio quest'ultimo aspetto mi porta a chiedermi a chi possa interessare un album come
"Stillstand und Heimkehr", se non ai fan più incalliti degli
Eïs, e mi porta ad interrogarmi sulla sua effettiva utilità all'interno di un mercato discografico sostanzialmente inesistente che vive di store virtuali, playlist e stronzate del genere, anche in considerazione del fatto che la carriera dei Nostri ha conosciuto picchi ben più elevati...
Considerazioni mie a parte, spero che
Alboîn si metta al più presto al lavoro per darci, mi auguro, un nuovo album di lunga durata del quale gioire ed essere fieri.
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