Ricordo benissimo l'entusiasmo con cui accolsi e recensii il secondo full length degli statunitensi
Reverence, che ora si ripresentano con un nuovo EP, "
Foreverence", dove oltre ad alcuni inediti e ad una cover dei Savatage, troviamo anche due brani che anticipano un imminente disco dal vivo, cui seguirà anche un nuovo studio album.
Ma "
Foreverence" è anche un triste tributo al loro chitarrista
Pete Rossi, scomparso nel marzo del 2017, e, infatti, ne raccoglie le ultime test testimonianze con i
Reverence.
Cambiano anche alcuni dei compagni di viaggio che si accompagnano a quello che era il gruppo storico degli statunitensi, ossia il compianto
Pete Rossi, l'altro chitarrista
Bryan Holland (Tokyo Blade) ed il batterista
Steve ‘Doc’ Wacholz (Savatage e Crimson Glory), infatti, alla voce è subentrato
Scott Oliva (Oceans of Night, Wind Wraith e InnerStrength), mentre al basso troviamo
Russell Pzutto, alla chitarra
Paul Kleff e
Tony Rossi come batterista per le date live.
Nessun cambiamento di indirizzo musicale, che era e resta un solido Power Metal Made in USA, e dopo l'introduzione arpeggiata che dà il titolo a questa uscita, è la potente "
Fire Lord" a confermarlo e a mettere in evidenza tanto un efficace guitarwork quanto la bravura di
Scott Oliva, che riesce anche a non far rimpiangere il suo predecessore, quel Todd Michael Hall, che comunque abbiamo avuto modo di apprezzare ancora nei Riot V e nei Jack Starr's Burning Starr.
E "
Phoenix Rising" fa ancora meglio, un brano in linea con l'ultimo Dickinson solista rivisto sotto la lente del Power & Speed a stelle e strisce, energico e con un refrain accattivante (non altrettanto efficaci però i controcori) ed con un'ottima prova complessiva. Meno immediata la successiva "
New Order", un mid-tempo ben scandito che prende sfumature thrashy alla Helstar o Vicious Rumors, ma anche qui ben pochi appigli a possibili critiche.
"
Final Flight – RIP PJR" è un assolo di chitarra, e come sottolinea il titolo, per non dimenticare
Peter J. Rossi, qui alle prese con quella che forse era la sua ultima incisione con la band. Ed ecco da "Edge of Thorns" la cover di "
Sleep", una canzone acustica, triste ed intensa, credo scelta appositamente come l'ultimo saluto a Rossi.
Tocca infine alle bonus track, entrambe facevano parte del primo album dei
Reverence, "When Darkness Calls" (2012), due dei loro pezzi migliori che anche dal vivo lasciano il segno.
Uno sguardo al passato e uno al futuro. Meritano entrambi.
Metal.it
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