Altri, seppur con una “storia” meno ricca e variegata, sono maggiormente famosi, vivono di rendita o sono addirittura considerati dei “
maître à penser”. Cosa che non è accaduta a
Joe Perrino, veterano della scena
rock italica (il mio consiglio è di recuperare in qualche modo almeno gli Elefante Bianco, autori di un esplosivo lavoro eponimo …) tutt’altro che fiaccato dall’indifferenza e dalla superficialità di una “scena” (e da un mondo, se vogliamo allargare i termini della questione …) spesso incapace di riconoscere e gratificare le personalità di spicco.
Evidentemente, come diceva il compianto
Freak Antoni, “
non c'è gusto in Italia a essere intelligenti” e pure essere poco inclini ai compromessi e dare libero sfogo al proprio viscerale spirito critico non si possono considerare atteggiamenti che “pagano” in maniera particolare.
Incurante di queste “quisquilie” il nostro continua imperterrito per la sua strada ed ecco che il secondo lavoro dei
Joe Perrino's GROG fornisce l’immagine nitida di un artista maturo, intraprendente e indomito, supportato da musicisti costantemente all’altezza della situazione, capaci di assecondare perfettamente la sua febbrile creatività, mai scemata nel corso di una carriera corposa e multiforme.
“
Bomba (W W La Guerra!)” è un disco che coinvolge e fa riflettere (un connubio molto raro …), e lo fa attingendo dall’
hard-rock, dal
prog, dall’
industrial e persino dall’
hip-hop (brillante l’intervento di
Gabriele ‘Ergobeat’ Eretta nella splendida “
La mia piccola Hiroshima”) in una sorta d’illuminata commistione di White Zombie, Deep Purple, PFM e Rollins Band, trasfigurata dal carisma innato di un gruppo in grado di impartire lezioni di tensione espressiva a molti celebrati colleghi.
Solo sei brani, ma di notevole intensità, attendono chi considera la musica anche un’opportunità per “dire qualcosa”, che si tratti di condannare senza demagogie gli orrori e la minaccia sempre incombente della guerra (“
Bomba”, con
G.L. Perotti in veste di gradito ospite), esprimere il proprio biasimo per una generazione narcotizzata dalla tecnologia virtuale (“
La più grande delusione” … il testo è molto efficace, e le sue invettive sono perfette anche per i meno giovani che, per sentirsi “moderni”, vivono la loro esistenza attraverso lo schermo di un
Pc o di uno
Smartphone …) o abbandonarsi ai ricordi dell’infanzia, con la rabbiosa consapevolezza che il tempo dell’innocenza è fatalmente terminato (“
La giostra di Momotti”).
Non mancano, infine, nemmeno peculiari analisi delle complessità dei rapporti affettivi (“
La mia piccola Hiroshima”, “
Oltre il dolore dell'incomprensione” e l’elegiaca “
Madre remix”, prelevata dal debutto della
band e qui realizzata con il contributo del grande
Gianni Maroccolo) e su tutto si staglia la voce scabra e comunicativa (qualcosa tra
Ozzy,
Lemmy e
Bud Ancillotti …) di
Perrino e l’eccellente lavoro tastieristico di
Jim Solinas, capaci di conferire ulteriore slancio e peculiarità alle chitarre ficcanti di
John Solinas e alla poderosa scansione ritmica garantita da
Marcello Capoccia e
Gabriele Lobina.
I
Joe Perrino's GROG bruciano di energia, sdegno e passione, proseguendo nel percorso di esplorazione sonora e ideologica iniziato “qualche” tempo fa dal fiero e valoroso combattente del
rock n’ roll che li guida … spero vivamente che “
Bomba (W W La Guerra!)” sia finalmente l’occasione giusta per far capire anche ai “profani” di cosa si sta parlando.
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