L’accostamento dei nomi di
Mats Levén e
Anders Wikström rimanda fatalmente all’eponimo lavoro dei Treat del 1992 e se ci sono voluti più di venticinque anni per vedere i due impegnati in un’impresa discografica condivisa è solo perché i rispettivi impegni professionali (soprattutto del primo, forte di un
curriculum infinito …) hanno finora impedito che l’amicizia e la stima reciproca si trasformassero in un concreto progetto artistico.
I
ReVertigo mettono fine all’attesa e, con l’aiuto di
Thomas Broman (Great King Rat, Michael Schenker, Electric Boys) alla batteria, nasce quest’albo piuttosto interessante, capace di inserire su una base di
hard n’ heavy “classica” svariati influssi stilistici, tentando un’operazione di “riverniciatura” dei suoni assai intrigante, misurata e disinvolta.
La voce di
Levén, intrisa di un’intensa e increspata espressività, e le chitarre affilate di
Wikström si pongono così al servizio di un repertorio variegato e coinvolgente, che apre le ostilità con la pulsante “
Hoodwinked”, un brillante
hard-rock Rainbow-
esco (ma potremmo parlare anche di Whitesnake o di Dogface, una delle tante
band del cantante svedese) per nulla oleografico.
La vaporosa magniloquenza di “
Sailing stones”, diretta discendente dei Treat, continua a tenere accesa l’attenzione dell’astante, inevitabilmente sorpreso quando l’ombrosa “
Symphony of fallen angels”, con le sue attraenti rifrazioni
dark-wave, conquista il proscenio.
Con “
The cause” il clima sonoro ritorna su sentieri più “rigorosi”, cari a
Blackmore, e grazie a una fascinosa coreografia armonica il brano sfugge fastidiosi eccessi ispirativi, mentre alla straniante “
Gate of the gods” (un po’ alla The Poodles), alla cibernetica "
False flag” e alla melodrammatica ed esotica "
Unobtainium” è affidato il compito di modificare nuovamente il percorso espressivo, con esiti forse non pienamente entusiasmanti e tuttavia parecchio suggestivi.
Se i
Sabs di
Tony Martin avessero cooperato con
Alice Cooper e
GnR, dall’improbabile
partnership sarebbe potuto scaturire qualcosa di non troppo dissimile da “
Luciferian break up”, l’affilata sinfonia “
Joan of Arc” piacerà tanto a
Erik Mårtensson quanto a
Tobias Sammet e l’accattivante “
Break away” è così vicina alle intenzioni degli ultimi Treat da non sfigurare nemmeno come eventuale
outtake del superbo “
Ghost of Graceland”.
Chiusura riservata a “
In revertigo”, un altro cangiante calderone sonoro dove un
guitar-sound pesante, cupo e siderurgico contrasta con melodie “presa rapida”, a costituire un altro apprezzabile sforzo di variazione degli “schemi”.
Due artisti sinonimo di classe musicale a ventiquattro carati alle prese con una “cosa” difficile … “
ReVertigo” probabilmente non rappresenta ancora del tutto la “nuova frontiera” del
rock, ma di sicuro non rischia di essere scambiato per un asettico frequentatore di quella “vecchia” … in definitiva è un disco che rinfresca, non annoia e tonifica lo spirito … gran bel risultato.
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