Paradossale che per celebrare il sole e la vita che del suo calore si nutre i
Bhleg scelgano un genere così oscuro come il Black Metal.
Ma la terra sulla quale i raggi della nostra stella si irradiano non è forse scura?
Il paradosso, dunque, è solo superficiale, per lo meno lo è per il gruppo svedese che con il nuovo
"Solarmegin", secondo album per il duo di Gothenburg, tributa un omaggio maestoso, splendido e emozionante al sole innalzando verso di esso autentici inni di sconcertante bellezza pagana.
Di fronte ad un album dalla durata spropositata, parliamo di un doppio CD da oltre un'ora e mezza di musica, dalle melodie antiche ed accoglienti, dalla forza gelida e sferzante del puro nero, dal pathos furioso, dalle delicate declinazioni folkloristiche di una terra aspra ed affascinante come la Svezia, di fronte ad un album in cui Madre Natura ci sussurra ad ogni intreccio e della quale possiamo sentire persino gli odori, di fronte ad una musica così gonfia di sentimento da trascendere la banale limitazione del genere, di fronte ad artisti che sanno fondere caldo e freddo come maestri venuti da chissà dove e che scelgono di comporre e suonare solo alla luce del giorno, per oltre quattro anni, note e partiture in grado, anche, di ghiacciare il fiato e di ferire la pelle come il più sferzante dei gelidi venti del Nord, di fronte a tutto questo, di fronte a queste note che ti scendono nel profondo dell'animo per dilaniarlo e per metterti in contatto con la vita e con la sua vivida purezza, possiamo solo fare una cosa: ammirare e, silenziosamente, applaudire.
Capolavoro assoluto.
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