Dautha - Brethren of the Black Soil

Copertina 6

Info

Anno di uscita:2018
Durata:57 min.
Etichetta:Ván Records

Tracklist

  1. HODIE MIHI, CRAS TIBI
  2. BRETHREN OF THE BLACK SOIL
  3. MAXIMINUS THRAX
  4. THE CHILDREN'S CRUSADE
  5. IN BETWEEN TWO FLOODS
  6. BOGBODIES

Line up

  • Emil Åström: bass
  • Lars Palmqvist: vocals
  • Micael Zetterberg: drums
  • Erik Öquist: guitar
  • Ola Blomkvist: guitar, lyrics, aestethics

Voto medio utenti

Premessa, il genere Doom Metal è quanto di più lontano ci sia dai miei abituali ascolti musicali.

Fatta questa doverosa premessa, andiamo ora ad analizzare l’album che mi sono ritrovato sul desktop, devo ammettere che il primo impatto non è stato affatto semplice, ma dopo vari ascolti credo di poter affermare che in questa band ci sono delle ottime basi dalle quali partire.



Stiamo parlando del debut album dei i Dautha, band svedese di Norrköping che propongono un album tecnicamente ben confezionato, si tratta di un lavoro composto da sei pezzi della durata complessiva di 56 minuti, dunque la durata delle singole canzoni è sempre sopra i sette minuti, toccando l’apice in “Brethren Of The Black Soil” con un quarto d’ora di musica.



Stilisticamente ci troviamo al cospetto di un album con diverse influenze in stile gotico, in realtà questo lavoro finisce col suonare abbastanza solido, e ci fa capire che i Dautha hanno avuto un approccio molto maturo e personale nella creazione di “Brethren Of The Black Soil”


Uno dei punti di forza della band si manifesta nella loro versatilità e in maggior misura nel songwriting, si sa che testi storici e Heavy Metal spesso risultano essere un connubio vincente, è stato dimostrato innumerevoli volte, ovviamente alcuni generi si prestano meglio che altri.

E’ raro che che ciò avvenga nel doom, eppure i Dautha hanno voluto osare ispirandosi tra gli altri anche ai poemi di Andreas Gryphiu, tanto che loro stessi si definiscono “Murky Medieval Folk Doom”

A tutto ciò aggiungiamo che i Dautha fanno anche uso della loro lingua madre, il che rende “Brethren Of The Black Soil” decisamente piú personale.

La composizione delle canzoni è quella classica per il genere proposto, partano troviamo i soliti toni e melodie che ci si aspetterebbe di trovare in una doom metal band, ma con l’aggiunta di parti vocali più presenti durante la struttura dei vari episodi.
Brani come “Hodie Mihi, Cras Tibi” porta in dote forti inflessioni classiche, che permettono all'ascoltatore di immergersi alla perfezione nella storia, tutto ciò si riflette ulteriormente in “Bogbodies” e “In Between Two Floods”.

Nel corso di queste sei tracce, troviamo 
riff potenti che si sviluppano come di consueto in atmosfere cupe, mentre la produzione “trasparente” di questa release, dona alle canzoni la profondità necessaria per riconosce a “Brethren Of The Black Soil” la sua giusta dimensione: oscura, quasi intimidatoria.

In conclusione “Brethren Of The Black Soil” è a tutti gli effetti un buon debut album per i Dautha, che lascia ben sperare anche per il futuro della band svedese

Recensione a cura di Fabio De Carlo

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 15 mar 2018 alle 13:30

Il disco in questione è molto bello, non di primissima assimilazione, ma molto bello..una band che potrebbe tirar fuori il capolavoro nel prossimo futuro.

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