Mi considero un
rockofilo curioso e avido di novità, e anche se oggi, nell’era del “tutto sempre disponibile” mi trovo spesso un po' disorientato da uno sfibrante eccesso di stimoli, cerco di continuo (anche per “dovere professionale” …) di ampliare i confini della mia conoscenza musicale.
Ciononostante, ammetto di non aver mai sentito parlare finora di
Michael Kratz, un musicista danese che apprendo (non senza una certa sorpresa …) essere piuttosto famoso, specialmente in patria, anche grazie alla militanza nella
pop-band Kandis.
Una fama e, soprattutto, una competenza che non è invece sfuggita a “gente” come
Steve Lukather (Toto),
Michael Landau,
Dom Brown (Duran Duran),
David Garfield,
Christian Warburg (
Paul Young) e al “nostro”
Alessandro Del Vecchio, capaci di contribuire fattivamente a questo “
Live your life”, un disco che non può proprio sottrarsi alla definizione di prezioso “gioiellino” di
soft-rock /
AOR.
Amanti dell’eleganza sonica e degli arrangiamenti sontuosi, tirate a lucido l’apparato
cardio-uditivo e preparatelo per le grandi occasioni, perché sono certo che appena le prime note di “
We all live in this nation” vi avvolgeranno con le loro ammalianti e vaporose pulsazioni (qualcosa tra Mr. Mister e Level 42) sarete costretti a riservare allo “sconosciuto” artista scandinavo un posto d’onore nel vostro cuore e accreditargli una posizione di rilievo nel
gotha del genere.
Dotato di spiccate capacità interpretative e di un timbro vocale finalmente carismatico,
Kratz prosegue nella conquista dei sensi con una satinata e adescante
title-track, ma se cercate qualcosa di straordinariamente suggestivo e intenso abbandonatevi completamente a “
This town is lost without you” (con
Lukather e
Garfield, non proprio degli “sprovveduti” …), “semplicemente” uno dei brani emozionanti degli ultimi tempi.
Ottime vibrazioni le garantiscono pure il
mood malinconico di “
What did I.. ?”, il ritmo seducente di “
Never take us alive” e il taglio
radio-friendly di “
Game of love (over and over)” e quando si è ormai quasi convinti che la terza traccia rimarrà comunque l’imbattibile
best-in-class di un programma di formidabile livello, arrivano la struggente “
Lying” e la dirompente carica interiore di “
Paradise lost” e dalla notturna “
Shade” a far vacillare ogni certezza.
L’ariosa “
Bye bye” è un altro piacevole intermezzo preparatorio al
rush finale, inaugurato dalla carezzevole “
Dying young” e concluso in “gloria” da “
In between”, che mescola ad arte
rock adulto,
soul,
blues e
prog alla maniera dei monumentali Toto.
Una produzione al passo con i tempi ed estremamente curata eleva ulteriormente la qualità di un albo dall’enorme valenza artistica, impregnato d’ispirazione e di passionalità … con “
Live your life”, il 2018 melodico inizia in maniera sorprendente e sotto i migliori auspici.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?