Porcaccia miseria, che botta di album!!! Non perdete tempo e fate vostro questo secondo full lenght dei cileni Coprofago, i quali, nonostante un monicker orribile, sfornano uno dei platter più belli di questo 2005, oramai agli sgoccioli. Per tutti coloro che amano la musica " difficile ", che si crogiolano negli innumerevoli ascolti di quei dischi definiti " trasversali ", questo " Unorthodox Creative Criteria " può rappresentare linfa vitale. I quattro sudamericani sono dei veri mostri dello strumento, capaci di passare con disinvoltura assoluta da sfuriate death/thrash violente e tiratissime, ad aperture ariose spiccatamene latin jazz. I nostri, col primo disco " Images Of despair " del 1998, intrapresero un percorso musicale che si basava moltissimo sull'arte miasmatica degli immensi Meshuggah, vale a dire ritmiche serrate e stoppate, un drumming martellante e cervellotico quanto basta, una voce perennemente urlata, secca, che gratta le orecchie dell'ascoltatore. Questa forte influenza non si è persa per strada, tanto è vero che in questo secondo lavoro, i richiami ai Meshuggah di " Destroy Erase Improve " vengono fuori ancora, soprattutto in virtù di un cantato che, ascoltato ad occhi chiusi, sembra in tutto e per tutto quello di Jens Kidman. I quattro sudamericani hanno comunque evoluto il loro sound, con sapienti e massicci innesti di latin jazz e fusion, innalzando la loro proposta ad un livello ancor più elitario, se mai ce ne fosse stato bisogno. Immaginatevi quindi un perfetto ibrido tra la violenza sistematica di Haake e soci, mesciata con il groove caldo ed avvolgente di bands come Cynic e Pestilence. Una tecnica mostruosa unita ad un songwriting di classe, per dieci canzoni talmente ricche di particolari che ci vorranno decine e decine di ascolti per goderne appieno. La produzione è veramente delle migliori, rendendo così giustizia a tutti gli strumenti impegnati in questi 41 minuti. Se nel futuro, la band capitanata da Pablo Alvarez, riuscirà a staccarsi ulteriormente dai propri punti di riferimento (Meshuggah su tutti) spingendo la propria creatura musicale ancor più in la, avremmo tra le mani una band veramente mostruosa, uno di quei nomi che entrano nella storia della musica. Promossi a pieni voti. Detto questo, chi si lascerà sfuggire questo disco, dimostrerà ancora una volta che la mamma degli imbecilli è sempre e comunque in piena attività.
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