Ed eccoci nuovamente a fare i conti con un nuovo lavoro dei redivivi
Bonfire ad un solo anno di distanza dall’ultimo
“Byte the Bullet”.
La band tedesca che in questi ultimi anni è più prolifica che mai, si presenta nuovamente ai fans con la formazione immutata per il secondo album consecutivo, è già questa è una notizia!
Possiamo considerare
“Temple Of Lies” come un
meraviglioso viaggio negli anni '80, che poi è da sempre il timbro distintivo della band tedesca, in questo album ogni episodio a suo modo strizza l’occhio a un certo tipo di sonorità e in alcuni casi la cosa diventa temente palese da passare per
ruffianaggine.
Vedi
“Crazy Over You” o
“On The Wings Of An Angel”.
Il viaggio inizia con
“In The Beginning”, una suggestiva intro che sfiora i due minuti per poi esaltarsi nel connubio con la title track
“Temple Of Lies”.
Non poteva esserci miglior preludio per un album che nel suo complesso mantiene inalterato il marchio di fabbrica che da sempre caratterizza la band di
Hans Ziller, unico membro originale rimasto della band, nata nel lontano 1972.
In questo caso siamo al cospetto di un pezzo deciso dal refrain talmente semplice quanto accattivante, dotato di un assolo di chitarra di altissimo livello.
Segue uno dei brani più belli dell’intero lotto,
“On The Wings Of An Angel” pezzo dal tipico stampo anni ottanta dalla prima all’ultima nota, bridge e refrain compresi, provare per credere.
Qualcuno potrebbe storcere il naso ma in fin dei conti quando ascolti un album dei
Bonfire sai cosa aspettarti!
“Feed The Fire (Like The Bonfire)” è forse il brano meno immediato dell’intero album, l’impostazione è notevole così come il solo guitar del
mastermind Hans Ziller, quel che non convince è il refrain forse un pò troppo scontato.
Ci pensa la successiva
“Stand Or Fall” a riportare l’album sui binari giusti con un brano immediato dall'impostazione semplice col sapore quasi “power” merito soprattutto del cantante
Alexx Stahl che ha nelle sue corde questo tipo di sonorità.
Siamo giunti al giro di boa ed ecco il turno di
“Comin’ Home”, una ballad che parte soave per poi alzare il ritmo durante il suo percorso che si fa sempre più struggente lungo i sei minuti della durata del pezzo.
“I’ll Never Be Loved By You” è invece la classica song da passaggio radiofonico dotata del solito refrain coinvolgente e diretto, che alla fine risulta essere il minimo comune denominatore di tutto l’album.
Adesso però fermi tutti, alzate il volume e godetevi la strabiliante
“Fly Away”, melodia esaltata come ancora non si era visto nel corso dell’intero lotto, impostazione immediata, refrain di prim’ordine, riff coinvolgenti e naturalmente non poteva mancare un “incredibile” solo-guitar.
Con
“I Help You Hate Me” siamo quasi in dirittura d’arrivo, si tratta di un episodio meno immediato dei precedenti, dall’impostazione decisamente più
cattiva che contrasta nettamente con quanto abbiamo ascoltato fino ad ora e soprattutto con la successiva
“Crazy Over You”, brano più articolato con cambi di ritmi, accelerazioni per interrompersi bruscamente nel finale dopo un breve coro che accompagna la canzone fino alla sua conclusone.
Con
“Crazy Over You” si conclude anche
“Temple Of Lies”, quindicesimo album della band tedesca, nemmeno il carosello infinito dei cambi di line-up ha potuto fermare l’estro di
Hans Ziller, che fa ancora centro con questo secondo capitolo dei “nuovi”
Bonfire.
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