La "marcha Abinchova", menzionata verso la fine del IX sec. come proprietà del Fraumünster zurighese, era un feudo dell'Impero ed oggi è noto come Ebikon, nel distretto di Lucerna in Svizzera.
Gli
Abinchova (appunto) si sono formati in uno scantinato sotto questo territorio nel 2005.
Bene, dopo aver chiarito le origini del nome della band svizzera (togliendo ogni possibile dubbio sulla possibile provenienza sovietica), chiudiamo la puntata di oggi di "History Channel" e veniamo a parlare di "
Weltenwanderer".
L'album, il terzo del combo capitanato dalla violinista e cantante
Nora Lang, è stato reso possibile da una massiccia e riuscita campagna di crowdfunding (ehm....) che ha permesso la registrazione presso i News Sound Studio e dall'intervento successivo della
Massacre Records.
Gli
Abinchova proseguono dopo i due dischi precedenti, "
Versteckte Pfade" e "
Wegweiser", nella loro esplorazione dei miti e delle leggende della loro terra trasformando tradizioni scritte ed orali in musica.
Formalmente -e nelle loro intenzioni dichiarate- i sette ragazzi elvetici affondano le radici della propria proposta musicale nel melodic death nordeuropeo, arricchendolo con tastiere e soprattutto violino.
Quello che mi lascia perplesso è che forse, nella speranza di distinguersi e proporre qualcosa di originale, il risultato complessivo risulti eccessivamente pomposo e sforzato.
Non a caso gli episodi migliori a mio avviso sono quelli in cui la componente death non viene eccessivamente mitigata dalle partiture folk che la pur brava Nora tesse con il suo violino: quindi la titletrack, la robusta e diretta "
Lichtfanger" o le violente "
Gewasserdieb"e "
Pestwind".
In queste tracce -seppur muovendosi su coordinate già abbondantemente sentite- la voce pulita in contrapposizione al growl scolastico ma efficace di
Arnaud Hilfiker diviene un valore aggiunto per aumentare la tensione del sound.
Purtroppo le frequenti digressioni verso sonorità più morbide, gli insistenti duetti tra i due vocalist e la ridondanza delle parti di violino fanno perdere la carica emotiva che un lavoro estremo dovrebbe a mio parere avere, si veda a titolo di esempio "
Nachtlied", una ballad soft che sembra davvero un pesce fuor d'acqua.
Per completare il quadro le liriche in tedesco a volte risultano farraginose, specialmente nelle parti in clean di
Nora, e poco scorrevoli.
In conclusione un disco controverso, con più ombre che luci, ma con alcuni spunti interessanti che lo rendono meritevole almeno di un ascolto.
Ma se gli
Abinchova vogliono cambiare il proprio status un lavoro del genere non può bastare.
Abinchova - "
Gestaltenwandler"
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