I
Mors Subita (Morte Improvvisa, in latino, lingua che pur essendo morta esercita un fascino irresistibile per le death metal band) fanno parte di quel folto gruppo di artisti che, pur avendo tecnica e capacità di prim'ordine, restano spesso relegati al passaparola tra appassionati.
La band di
Mika Lammassaari (Eternal Tears of Sorrow, Wolfheart) infatti,pur essendo nata ad Oulu (Finlandia) nell'ormai lontano 2000, non è certo una delle realtà più note nel panorama ricchissimo di gruppi provenienti dalla terra dei mille laghi; e questo nonostante due EP e due full length già all'attivo e di notevole fattura.
"
Into the Pitch Black", il terzo lavoro dei nostri, pubblicato da
Inverse Records, vede ancora immutata la lineup con il confermatissimo
Eemeli Bodde dietro il microfono dopo l'ottimo debutto di "
Degeneration" (2015) che raggiunse la 26esima posizione nella classifica ufficiale finlandese.
Questo nuovo album conferma tutto ciò che di buono i
Mors Subita avevano fatto vedere e sentire nei primi due lavori, e nelle 11 tracce che lo compongono dimostrano di aver acquisito ulteriore maturità nel songwriting e nel combinare l'aggressività "naturale" della band con riffs e partiture melodiche che ne arricchiscono l'impatto.
Spesso infatti l'etichetta "modern melodic death metal" accompagna lavori che tradiscono le proprie radici death in favore di un suono più facile e accessibile: non è questo il caso dei
MS che fanno dell'aggressività tipica del metallo della morte la propria pietra angolare su cui innestare in favore della modernità solamente qualche samples di derivazione industrial (e -cosa che non apprezzo particolarmente- una quantità forse eccessiva di filtri vocali....).
Dopo la breve intro "
Path to the Abyss" dal sapore vagamente futuristico, la furiosa e melodica "
As Humanity Weeps" ci fa apprezzare uno dei temi preferiti della band ovvero la natura umana e nello specifico su quanto possa essere meschino e vile il nostro animo (
“How much more blood is there to shed before you realize, / That no one has the right to take another’s life. / Feed them pain, feed them fear. / Reduce yourself to human filth.”).
"Dead Sun" è una gara di bravura tra i riffs vibranti di
Lammassaari e la rabbia che traspare dal growl di
Bodde seguita senza pause dal ritmo martellante di "
Defeat".
E' quindi la volta della titletrack
"Into the Pitch Black", brano in cui la sezione ritmica di
Minala/Junttila fa la parte del leone erigendo un muro sonoro granitico su cui i riffs della chitarra di
Mika poggiano sicuri.
Si prosegue con "
Alas" e la successiva
"I, God" in cui la band tocca forse l'apice della violenza con la batteria che sconfina in blast beats di ispirazione black.
Non vi sono tracce di rallentamento nè in "
Vultures", che sfoggia un bridge assassino, nè tantomeno in "
Fear is just the beginning" con il suo ritornello subito assimilato.
Una lieve caduta di tono si presenta con "
Shadows", un brano interlocutorio prima della buonissima chiusura di "
The Void" che -sebbene duri più di sette minuti- vola via in un attimo.
"Into the Pitch Black" è un ottimo disco che, in antitesi al proprio significato, potrebbe portare nuova luce ai
Mors Subita: sarebbe un riconoscimento assolutamente meritato.
Mors Subita - "
As Humanity Weeps"
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