Copertina 7

Info

Anno di uscita:2018
Durata:51 min.

Tracklist

  1. CODE OF THE ROAD
  2. LUCKY ME
  3. ANCHORAGE
  4. HEARTLAND
  5. GRAVITY
  6. THAT’S THE WAY IT GOES
  7. DEVILS PLAYGROUND
  8. WORTH OF NOTHING
  9. MORE AND MORE
  10. ONE SHOT DEAL
  11. 1000 YEARS TOO SOON

Line up

  • Jukka Nummi: vocals
  • Rane Riikonen: guitars
  • Pasi Nousiainen: bass
  • Janne Tikkanen: drums
  • Marko Sallinen: guitars

Voto medio utenti

L’invasione nordeuropea di rock n’ roll “classico” non accenna a attenuarsi , così come lo standard artistico dei suoi interpreti continua a mantenersi su apprezzabili livelli, a dimostrazione che da quelle parti certi suoni hanno attecchito in maniera florida e radicata.
Oggi tocca ai newcomers finlandesi Rhino Proof, forti di un contratto di distribuzione con la nota Pure Steel Promotion, confermare una “regola” ormai parecchio consolidata e affidare il proprio debut album eponimo al vaglio degli estimatori di Deep Purple, Bad Company, Thin Lizzy, Blackfoot e Lynyrd Skynyrd, omaggiati con perizia tecnica e, cosa ancora più importante, con rilevante gusto espressivo e propensione naturale al genere.
Siamo dunque di fronte ad un altro gruppo che pur non “inventando” nulla, si sa destreggiare piuttosto bene nei meandri della storia dell’hard-rock, applicando la sua imprescindibile conoscenza a un songwriting abbastanza vario e assai piacevole, per un risultato finale che appare credibile nella sua spiccata devozione.
Rhino proof” si rivela così una collezione di canzoni che non riservano “sorprese” e tuttavia scorrono senza intoppi, pilotate dall’ugola appassionata e sufficientemente duttile di Jukka Nummi, un vocalist che riesce sempre a fornire un efficace contributo comunicativo alle varie composizioni.
Difficile effettuare delle selezioni di “merito” … si potrebbe tranquillamente parlare delle scosse verniciate di Porpora di “Code of the road”, “Gravity”, "Devils playground”, “One shot deal” e dell’intensa "Worth of nothing” (in cui affiora pure qualcosa dei Led Zeppelin) oppure delle digressioni southern della pigra “Anchorage” e dell’ombrosa "Heartland”, ma la verità è che programma non ci sono né picchi assoluti e né evidenti cedimenti e che quando si esaurisce l’evocativo epilogo “1000 years too soon”, si rimane tutto sommato soddisfatti da un ascolto certamente godibile.
I Rhino Proof non pretendono di “sconvolgere” e regalano semplicemente una bella dose di “care, vecchie e buone vibrazioni” a chi le sa (ancora) apprezzare …
Recensione a cura di Marco Aimasso

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