Avevo catalogato i Fire Trails come un progetto ideato da Pino Scotto per rendere i giusti onori ai Vanadium, band risalente alla "preistoria" della scena Hard & Heavy nazionale, dei quali era stato il carismatico cantante. In quest'ottica avevo quindi guardato a "Vanadium Tribute" (uscito nel 2003 per la Underground Symphony), composto per la maggior parte da canzoni tratte dal repertorio dei Vanadium, anche se erano poi presenti ben tre i pezzi di nuova composizione. E la penna di Pino, con al proprio fianco il fidato Steve Angarthal, non si è più fermata andando a comporre questo concept album, incentrato su un percorso che vede al centro di diverse vicende "l'uomo".
Già dall'opener, la titletrack "Third Moon", è subito riconoscibile la caratterista voce di Pino Scotto, una timbrica unica, il miglior modo per interpretare l'Hard Rock sanguigno proposto dai Fire Trails, che subito dopo provano a stupirci con le percussioni tribali che introducono "Spaces and Sleeping Stones", prima che il pezzo cominci a correre sui binari di un grintoso Hard Rock ottantiano, una corsa che non mostra la corda nemmeno con la più Heavy (molto NWOBHM) "Fighter". Tre brani che confermano quanto siano importanti la personalità ed i trascorsi di Scotto, ma evidenziano come nell'economia del gruppo siano di assoluto rilievo anche le sei corde di Steve Angarthal ed il lavoro del tastierista Larsen Premoli, capaci entrambi di lasciarsi andare in fluenti assoli (davvero difficile sceglierne uno che sia più rappresentativo degli altri) e di "fronteggiarsi" l'un l'altro, come accade sulla strumentale "Reaching For The Sky" e nel break strumentale di "Stronghold", ma pure sulla rockettara "Freedom Tribes" o sulle seventies "God Of Souls" e "Sailor And Mermaid", quest'ultima interpretata alla grande da Pino Scotto. In realtà una costante del disco, alla quale in realtà non sfugge nessun brano, certo però che "Silent Heroes" e la conclusiva "Wise Man Tale" fanno di tutto per farla risaltare. Un pezzo carico di passione il primo (vagamente dickinsoniano), e d'impatto epico e dal gran feeling il secondo.
Rispetto a "Vanadium Tribute", c'è stato da registrare l'uscita di Lio Mascheroni (a suo tempo batterista dei Vanadium), sostituito in studio da Mario Riso (R.A.F., Movida... ) e da Tato (7 Vite).
Nonostante ciò, i Fire Trails sono la continuità, la proiezione dei Vanadium ai giorni attuali, o perlomeno come li ha voluti Pino Scotto, sopravvissuto ad un'epoca in cui probabilmente già era un superstite.
Ma su "Third Moon" non trovano posto ne rammarico ne rimpianti, solo tanta energia e voglia di fare Rock.
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