Per il loro ottavo album in studio gli svizzeri
Borgne, attivi sin dal lontano 1998, scelgono un approccio Industrial / Marziale molto più marcato, rispetto al passato, per connotare il loro Black Metal che, come sempre, si dimostra freddo, "spaziale" ed assolutamente alienante.
Il nuovo album, già dal titolo scelto, evidenzia un taglio spazio / temporale dal "sapore" infinito che, dal punto di vista prettamente musicale, si traduce in composizioni nichiliste, lunghe, prive di qualsiasi forma di umanità, anche nei momenti melodici (maggiori rispetto al recente passato), in qualche modo vicine a certi Blut Aus Nord sebbene in chiave molto più "classicamente" black, all'interno della quali il mastermind
Sergio "Bornyhake" Moplat, affiancato in questa occasione dalla bella tastierista
Sandra "Lady Kaos" Henny, entrata ufficialmente in formazione dopo il precedente "Règne des Morts", da sfogo alle sue visioni nere e gelide che gli permettono di mettere in musica, in maniera molto efficiente, sensazioni di desolazione, solitudine e abbandono con una forza espressiva impressionante e, francamente, inquietante.
Certamente la musica aliena contenuta in
"[∞]" non è di facile approccio e, con altrettanta sicurezza, credo che in passato gli svizzeri siano meglio riusciti nel loro intendo di alienazione, tuttavia il nuovo album può contare su una serie di intuizioni (
"I Tear Apart my Blackened Wings pt2 - Sun",
"La Porte du Chaos"), ed una serie di meravigliose armonie (
"Chuter",
"Un Temps Périt" ), che non sono merce comune sia nel Black Metal sia nella musica "dura" in generale, definendo ulteriormente il ruolo prioritario che i
Borgne rivestono non solo in patria, ma nel contesto dell'estremo sonoro mondiale.
Il consiglio che vi posso dare io, prima di approcciare un monolite di miseria meccanica come
"[∞]", è quello di predisporvi mentalmente ad un trip extra corporeo che, è bene ricordalo, potrebbe essere spaventoso se compreso davvero fino nel suo profondo, mentre, per tutti quelli che già conoscono questo progetto, non posso fare altro che rimarcare l'impossibilità di restare delusi dai
Borgne.
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