Nati nel 1991 in Minnesota come
Ossuary ed autori di una manciata di demo, qualche anno e diversi avvicendamenti di line-up dopo, mutarono in
Ossuary Insane e con questo monicker diedero alle stampe un lp e tre demo prima di sciogliersi definitivamente a metà anni 2000 scomparendo tranne che nei ricordi degli appassionati dalla ferrea memoria.
Recentemente la
Blood Harvest ha deciso di riesumare le loro opere, facendo così riscoprire a chi non c’era o a chi era presente ma occupato in altre faccende, il death metal genuino del gruppo americano.
Il qui presente
“Demonize the flesh” si compone di sei tracce, il cui stile risulta fortemente legato al periodo storico e geografico in cui sono uscite e che vede decise influenze di gruppi quali primi
Death, Deicide e Brutality.Produzione sporca, chitarre ronzanti, batteria secca e piena, cantato arrabbiato ma comprensibile sono le caratteristiche principali di
“Demonize the flesh”, esattamente come ci si aspetta, o ci si poteva aspettare, da un disco partorito da una band discreta ma non geniale dei primi anni 90.
Un disco omologato a tanti altri usciti in quegli anni e che, giocoforza, rimase confinato in quel recinto anche se qualche spunto interessante si può trovare ascoltando l’opener
“Imprecari” e
“The olde ragged cross”.
Disco da prendere se avete mire collezionistiche e vi piace ricercare ogni più sconosciuta opera degli anni dell’esplosione del death metal.
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