Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2018
Durata:37 min.
Etichetta:Self-Produced

Tracklist

  1. INSIDE MY BRAIN
  2. THE PHANTOM OF MYSELF
  3. WORLD ON FIRE
  4. I WOULD NEVER
  5. WHEN WHERE WHY
  6. SEE YOU
  7. UNIFORMS
  8. TAKE ME ON
  9. THESE WORDS WE SAY
  10. THE END IS GETTING CLOSER

Line up

  • Daniele Finardi: lead vocals, guitars
  • Nicola Franciosi: backing vocals, guitars
  • Francesco Gessi: backing vocals, drums
  • Enrico Dolcetto: backing vocals, bass, orchestrations and programming

Voto medio utenti

A dir poco particolare, intrigante, curioso (nell'accezione positiva del termine) questo lavoro sulla lunga distanza dei REBIRTH OF ENORA, quartetto proveniente da Ferrara che dopo due EP approda a questo "Revelation8" peraltro con credenziali di tutto rispeto, dato che la produzione è affidata al nome di Dan Korneff, già al lavoro con band di prim'ordine mondiale come My Chemical Romance e Papa Roach, tra le altre.

Il resto è tutta farina del sacco dei ROE e questo sacco è davvero capiente e pieno di un sacco di cose: di base direi un hard rock robusto ed elegante, a cui aggiungiamo secondo il momento del bisogno un heavy metal più squisitamente classico (quasi sinfonico direi), contaminazioni moderno-elettroniche, una spruzzata di metalcore ed un alternative rock, per un risultato a volte bislacco, quasi spiazzante, ma che comunque si lascia ascoltare con piacere, strappando più di un sorriso della serie "ma tu guarda questi cosa si sono inventati".

Dopo una manciata di secondi dall'iniziale "Inside My Brain", tanto per fare un esempio, pensavo di ascoltare qualcosa dei Nightwish di "Imaginaerum", per poi rimanere subito dopo completamente fuori contesto lungo un brano che si snoda bizzarro e sgusciante fino all'esplosione di un chorus che, anticipiamo, mostra delle linee vocali decisamente vincenti lungo l'intera durata di "Revelation8", peraltro un concept album di cui ci rammarichiamo di non avere testi ed illustrazioni dato che tratta un tema davvero interessante essendo ispirato dalla Bibbia e dal libro dell’Apocalisse di San Giovanni.

Pazienza, già la successiva "The Phantom of MySelf" ci ammalia con i suoi ritmi più rallentati, l'incedere dark, fino alla "nuova" esplosione del chorus, che ormai lo avrete capito sono una vera marcia in più innestata dai Rebirth of Enora, ma per fortuna al contrario di tantissimi gruppi dediti al metalcore (90%? ma sì, esageriamo) di valido c'è anche tutto il resto della struttura dei brani.

Il disco si mantiene piuttosto omogeneo qualitativamente, sebbene non tutti i brani siano formalmente perfetti come quelli posti in apertura, stranamente peraltro il primo singolo scelto come videoclip (che vedete in calce a questa recensione) intitolato "World on Fire" pur essendo discreto non regge minimamente il passo con i succitati, compito assolto invece dalla drammatica e concitata "I Would Never" e dalla splendida ballad elettronica "When, Where, Why".

Con tutta questa carne al fuoco e commistione di generi fare un macello era veramente una questione di un battito di ciglia, invece nonostante l'enorme difficoltà nel miscelare il tutto e di conferire al lavoro nella sua globalità una notevole impronta personale, aspetto più lieto di tutta la faccenda, i Rebirth of Enora sono riusciti a comporre un disco estremamente ben realizzato, appassionante e godibile a 360°, anche da quelli più avversi alla musica "moderna" come il sottoscritto.

Bravi e coraggiosi, e per questo bravi due volte.



Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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