Copertina 6

Info

Anno di uscita:2005
Durata:114 min.
Etichetta:Inside Out
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE OBSERVER
  2. HEAD ABOVE WATER
  3. DIRT
  4. EVERYONE WANTS TO RULE THE WORLD
  5. SPIRIT OF THE REBEL
  6. UNFORGIVEN
  7. DOG WITH A MILLION BONES
  8. SEX KILLS
  9. OUTCAST
  10. THE UNWANTED
  11. REMEMBER
  12. IT'S ALL ABOUT MONEY
  13. EVERYBODY IS TRYING TO TELL YOU SOMETHING
  14. HOTROD
  15. MERCY
  16. PEOPLE HAVE THE POWER TO SHAPE THE FUTURE

Line up

  • Roine Stolt: vocals, electric and acoustic guitar
  • Neal Morse: vocals, hammond
  • Hasse Bruniusson: percussion
  • Marscus Liliequist: drums
  • Slim Pothead: piano, mini moog, hammond
  • Gonzo Geffen: congo, percusion
  • Victor Woof: bass

Voto medio utenti

Lo strano silenzio che da più di un anno regna in casa Flower Kings è stato in parte interrotto dal project di Tomas Bodin (l'ottimo "I A M ") e dal solito Roine Stolt prima con "Mindrevolution" dei Kaipa (gruppo dal quale recentemente si è allontanato causa divergenze con Hans Lundin) e ora con un doppio lavoro in cui recupera le sonorità rock - funky - jazz - blues - psichedeliche di fine anni 60 - inizio 70 di gente come Cream, Procol Harum, Frank Zappa, Jimy Hendrix, Beatles, SteelyDan, Peter Green (c'è anche una cover molto riuscita in chiave rock di "Sexkills" di Joni Mitchell). Passata la noia che serpeggia nel brano che apre il cd1 ("Theobserver") e si riempie di lunghissimi guitar solos che ci introducono in pieno clima 60's, Stolt aggiusta il tiro nella melodica "Head above water", in cui un ritrovato Neal Morse ricambia il favore al frontman dei Flower Kings che ha collaborato (non senza strascichi polemici relativi a certi suoi guitar solos tagliati) al suo ultimo "?", assumendo il ruolo di lead vocalist e portando una ventata di freschezza e vitalità corale che sfociano in un concitato finale strumentale con tastiere all'impazzata e basso pulsante. Morse torna al microfono nella beatlesiana "Everybody wants to rule the world" (altro brano dalle linee melodiche e corali strepitose in cui il suo contributo sovrasta il lavoro di Stolt) e solo nel controcanto della veloce "Unforgiven". Country rock, psichedelia e Led Zeppelin con chitarre che richiamano più Joe Satriani che Hendrix o Page in "Spirit of the rebel" (ancora lunghi solos centrali con poderoso drumming), stessa atmosfera ma più blues rock con sottili venature jazz e prog in "Dog with a million bones" (stavolta il guitar solo è più sullo stile di Eric Clapton con il piano in sottofondo), il cd si chiude con un chiaro omaggio al blues bianco di Peter Green e John Mayall cantato da Stolt intoni soffusi, pacati e malinconici che accompagnano gli incantevoli riffs di chitarra sorretti dalla presenza dell'organo. Stesso discorso per il cd 2, con la differenza che la durata dei brani si allunga di molto (unica eccezione il country acustico-psichedelico della lenta "Mercy", in cui la voce di Stolt è filtrata e gracchiante, quasi un Rod Stewart dell'era Faces): in "The unwanted" non si fatica a riconoscere lo stile di Jimy Hendrix, 9 minuti ancora pieni di lunghi guitar solos ed un pasticcio strumentale nella parte finale con tastiere che si sovrappongono in modo sconclusionato (qualche accenno agli ELP), per fortuna il ritorno di Morse al controcanto in "Remember" ci riporta a strutture semplici, linee melodiche orecchiabili (di sicuro anche qui Neal ci ha messo del suo negli arrangiamenti) e di ampio respiro in cui almeno per una volta il guitar solo centrale si inserisce perfettamente cosi' come nello splendido finale. Il funky rock è la struttura portante di "Everybody is trying to sell you something", 7 minuti scanditi dalla stessa ritmica noiosa ed ossessiva (un pò va bene, poi rompi il ...., come dice Alex Drastico), a cui fa seguito "Hotrod", brano ricco di spunti imprevedibili, improvvisazioni varie e una certa allegria tipica dello spirito di Frank Zappa tra suoni di campanelli, chitarre e basso ancora presenti e cambi di tempo a volontà, si finisce con gli 11 minuti di un brano dal titolo lungo quasi quanto la misura del cd in cui almeno all'inizio tornano le sonorità melodiche e beatlesiane assieme al controcanto di Neal Morse, il tutto si affossa però dopo 4 minuti nel lunghissimo passaggio centrale strumentale (chitarra, basso e organo in stile fusion-funk rock). Alcuni musicisti hanno deciso di mantenere l'anonimato cosi' come nella Swedish Family di Tomas Bodin in cui avevano scelto nomi di fantasia, inoltre gira la notizia che Stolt ha potuto disporre di un Neal Morse a mezzo servizio vocale in quanto febbricitante per 3 settimane, malgrado questo "Wall street voodoo" è un disco che non piacerà particolarmente ai fans dei Flower Kings e difficilmente farà breccia tra i nostalgici del flower power di fine anni 60, e come al solito i buoni propositi hanno preso il sopravvento sulla voglia di strafare e allungare un brodo che si poteva contenere in un solo disco dai brani più brevi.
Recensione a cura di Carlo Viano

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