E' una vita.
E' da quel demo "H.I.V. 999" del 2000, tuttora in bella mostra nella mia ex-cameretta da universitario, che seguo le sorti degli
Infection Code: certo, non in maniera assidua e così vicina, dato che la loro proposta non è in cima alla mia lista di preferenze, ma ho sempre stimato il loro modo di agire, di evolversi, al di la' delle tendenze e delle mode, con proposte certo di non facile assimilazione e proprio per questo scevre da facilonerie e fregandosene del responso del pubblico: fare musica per se' stessi e poi se piace anche agli altri ben venga. Questo DOVREBBE essere lo spirito, per chiunque, dai Graziolator ai Metallica.
Detto questo, con "
Dissenso" gli Infection Code giungono al loro sesto full-length senza interrompere il loro cammino, senza la paura di poter stupire. Come per il precedente "La dittatura del rumore", viene affidato alla lingua italiana il compito di veicolare il messaggio sebbene il risultato sia a mio avviso più efficace del capitolo precedente; la base è sempre quella, fatta di un industrial metal contaminato con noise, post/metal/*core, a volte tendente ad estremismi quasi grind, come nell'opener "
Santa Mattanza" (di cui vedete il video in calce a questa recensione), a volte dilatato nello straniante incedere di brani come "Ad Nauseam", probabilmente il più disturbante ed affascinante del lotto insieme alla successiva "
Strategie".
A proposito di quest'ultima, come sempre viene riposta grandissima attenzione nei testi, ancor di più oggi che siamo i primi (gli unici?) destinatari del messaggio degli Infection Code, quasi interpretato, recitato da Gabriele Oltracqua, il cui grido quasi si fonde nella musica della band, diventandone un nuovo strumento perfettamente amalgamato con il tessuto sottostante.
Elite musicale, intensa, diretta, mai spocchiosa ma conscia e consapevole di una certa superiorità.
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