Copertina 8

Info

Anno di uscita:2003
Durata:64 min.
Etichetta:Geffen

Tracklist

  1. REMEDY
  2. SUFFOCATE
  3. CURE MY TRAGEDY (A LETTER TO GOD)
  4. STUPID GIRL
  5. DONT BELONG
  6. WASTED YEARS
  7. WHATEVER YOU BECAME
  8. SAD HAPPY
  9. RAIN SONG
  10. THE DAY SEATTLE DIED
  11. CHANGE THE WORLD
  12. BLACK SUNDAY
  13. KILL THE MUSIC INDUSTRY

Line up

  • Terry Balsamo: guitars
  • Jeremy Marshall: bass
  • Sam McCandless: drums
  • Kelly Hayes: guitars
  • Scooter Ward: vocals

Voto medio utenti

Year of the spider è l'album che avrebbe dovuto lanciare in alto le quotazioni di questa band, invece, vuoi il momento forse poco fortunato per il genere proposto, vuoi che risulta bello spigoloso e abbastanza heavy da tenere lontani molti teen agers americani, il salto aspettato non c'è stato, inoltre alla fine del tour le cose all'interno del gruppo sono andate complicandosi sino a portare ad una rivoluzione interna con cambi di line up. Per il sottoscritto questo rimane un album grandioso, suonato con quello stile personale che nonostante il sempre meno interesse per il genere proposto(una sorta di grunge depresso ma più grintoso e personale di band quali Nickelback , Staind ecc...) si piazza sullo stesso piano del precedente 13 ways to bleed on stage, i brani sono quasi tutti di grande qualità, ben miscelati tra loro con il classico approccio heavy-melodia-heavy che caratterizza il sound della band. Rispetto al già nominato predecessore questo year of the spider gode di una produzione più limpida, mai come adesso ogni singolo strumento aveva avuto il suo spazio così ben delineato, lo strumento che più emoziona è ancora una volta la bellissima voce di Scooter il quale si mette in mostra in un'altra grande prestazione ('cure my tragedy-a letter to God' raggiunge apici emotivi elevatissimi proprio grazie alla sua voce consolidata da una chitarra solista ispirata che avvolge in giri ipnotici ma lineari l'ascoltatore). La song 'stupid girl' è un pò una sorpresa per la band in quanto abbracciano qui le cose fatte dai migliori Weezer, sfornano un brano dall'incedere quasi giocoso e ne traggono coraggiosamente il primo singolo. Tanti i brani diretti e più aggressivi, dall'opener 'remedy', a 'suffocate' per arrivare alla conclusiva 'kill the music industry' che tratta ovviamente i problemi affrontati dall'artista quando deve soddisfare le richieste delle major discografiche, uccidendo così la musica. Per i fans del lato più introspettivo e malinconico ci sono comunque tante canzoni pronte ad emozionare, brani semi acustici ('wasted years'), la stupenda 'sad happy' dalle sonorità dannatamente sofferte, uno dei testi più belli scritti dalla band in cui si racconta di una ragazzina alle prese con la drammatica realtà della famiglia distrutta da un padre alcolizzato, tema ricorrente in questo genere di musica, ma c'è chi lo fà con bravura e chi invece lo sfrutta per attirare qualche ascoltatore in più e i Cold rientrano di diritto nella prima categoria. Il brano meno riuscito francamente è proprio quello dedicato al compianto Layne degli Aliche in Chains mentre subito dopo ne troviamo uno dei migliori, 'change the world' ha infatti tutte le caratteristiche della song perfetta stile Cold, melodia che rimane in testa, chitarre in risalto e batteria dalle ritmiche spezzate. In conclusione i Cold qui per l'ultima volta nella formazione originale, giunti ad un passo dal meritato successo, purtroppo sono una band diversa che sino ad oggi non ha saputo superare un album eccelso quale questo year of the spider che non deve mancare nella collezione degli amanti del genere.
Recensione a cura di Dragula

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