E’ sempre arduo essere obiettivi nei confronti dei propri favoriti. Il rischio di un’eccessiva indulgenza (per questioni di “riconoscenza” ...) o, dall’altro lato, di uno smodato spirito critico (viste le elevatissime aspettative ...), pone il
musicofilo appassionato, tanto più se decide di recitare il “decaduto” e tuttavia straordinariamente appagante ruolo del recensore, in una condizione di estrema difficoltà.
Ben consapevole di tale situazione, dopo svariate intensive sessioni d’ascolto di “
Only human”, sono giunto alla conclusione che i miei adorati
Vega hanno sfornato un altro albo superbo, che li pone ancora una volta tra gli assoluti trionfatori contemporanei del
rock melodico, un genere che, nelle mani “giuste”, è capace di secernere dosi imponenti di frizzanti e cangianti colori emozionali, in barba a chi considera i suoi interpreti recenti solo dei plagiari dei grandi maestri del settore.
Eh già, perché
Workman e i suoi
pards ostentano un carisma espressivo sconosciuto a molti, s’impossessano dei sacri dogmi con innato temperamento e li incastrano in un
songwriting di enorme qualità, fresco e contagioso fin dal primo contatto.
Il resto lo fanno una notevole perizia tecnica e una precisa e vivace regia del suono (affidata ancora una volta a
Harry Hess degli Harem Scarem, uno che la “materia” la conosce assai bene …), per un programma complessivo privo di vere controindicazioni, che si stampa agevolmente nella memoria e allieta in maniera quasi taumaturgica l’intera sfera emozionale.
Qualche esempio? La capacità seduttiva, al tempo stesso grintosa e “leggera”, di “
Let’s have fun tonight”, l’avvincente intensità di “
Worth dying for”, il raffinato
anthem “
Gravity” e le sontuose evocazioni melodiche concesse a “
Last man standing”, “
All over now” (una “roba” degna dei migliori Bad English …), “
Mess you made” e alla melodrammatica “
Standing still”, ma, credetemi, siamo di fronte a un lavoro splendido nella sua globalità, sofisticato e ruggente, dallo stile leggermente più “essenziale” e muscolare (vedere anche l’ingresso in
line-up del secondo chitarrista
Mikey Kew) del suo illustre predecessore e che sbaraglia la concorrenza di questo scorcio di 2018 grazie al vertiginoso livello di maturità artistica raggiunto da una
band che probabilmente non è ancora universalmente riconosciuta per il suo reale valore.
“
We are only human …” cantano i
Vega nella suggestiva
title-track dell’opera … e, in effetti, forse solo degli esseri umani, dotati però di “divina” sensibilità, sono in grado di comunicare così tanto ai loro simili … semplicemente strepitosi.
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