Toh, chi si rivede.
Un vero tuffo nel passato per il sottoscritto quello che mi fanno compiere i tedeschi
Squealer, una delle band più sfortunate del globo terracqueo; non che senza le numerose sfighe sarebbero diventati i nuovi Maiden, tuttaltro, ma certo il destino si è accanito davvero in maniera delittuosa: qualche buon disco sul finire degli anni '90, specie "
The Prophecy" del 1999 e poi nel 2005 in un incidente stradale muore il loro cantante
Andy "Henner" Allendörfer, che per chi non lo sapesse era anche il boss della celeberrima
AFM Records, label per la quale ovviamente incidevano gli Squealer.
Un fugace cambio di nome con l'aggiunta del suffisso "A.D.", poi rimosso dopo un solo disco, ed ancora una terribile disgrazia con la dipartita del sostituto di Henner, ovvero quel
Gus Chambers dei
Grip Inc. di
Waldemar Sorychta e
Dave Lombardo che ha fatto in tempo ad incidere il solo "
Confrontation Street" nel 2006, prima di morire due anni dopo per un'intossicazione di alcool e medicine.
Un altro anonimissimo album nel 2008 a nome "
The Circle Shuts" con il pressochè sconosciuto
Norbert Vornam (che però fortunatamente sta bene) e dunque un oblio che sembrava destinato a durare per sempre.
Dopo 10 anni di assenza invece uno dei fondatori, il chitarrista
Lars Döring, rimette in piedi la baracca, trova un accordo con la solitamente più AOR
Pride & Joy e da' alle stampe questo "
Behind Closed Doors", che ritorna sulle coordinate che da sempre avevano contraddistinto la band di Schwalmstadt, ovvero una sorta di power-thrash melodico a metà tra la scuola teutonica e quella statunitense.
A rimpiazzare tutti gli sfortunati cantanti viene reclutato
Sebastian Werner, che sinceramente non conosco, e che altrettanto sinceramente non lascia il segno: non che sia inadeguato o altro di negativo, ma di certo oltre fare il suo non va, sempre su toni medi, senza mai salire troppo di tono ma in ogni caso abbastanza gradevole. I brani presentano strutture molto semplici, basate su riff rocciosi e chorus dal refrain melodico e catchy, come l'anthemica "
Time Goes By", anche se talvolta ci sono le classiche digressioni in territori quasi thrash come la successiva "
Dream Shot", in cui anche il giovane Werner (ehm...) abbassa notevolmente le proprie tonalità andando molto più gutturale, richiamando alla memoria addirittura gli
Annihilator di "
Brain Dance", tratto dal controverso terzo album "Set the World on Fire", con tanto di accenni pazzoidi alla
Aaron Randall che fu.
Questa alternanza di stili e di momenti, uniti ad un comunque sempre buon gusto per la melodia ed una buona produzione (col mixing di un certo
Roland Grapow ed il mastering di
Mika Jussila ai celeberrimi Finnvox), fanno sì che questo "
Behind Closed Doors" sia in linea, ed anzi in qualche caso addirittura superiore, alla media degli
Squealer, che di certo non saranno ricordati dalle folle con particolare entusiasmo magari ma che hanno sempre tributato con impegno e costanza il loro amore per l'heavy metal.
Contenti del loro ritorno.
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