Dopo aver praticamente, quasi, ignorato per anni il formato split, ultimamente lo sto scoprendo con sempre maggiori soddisfazioni (musicali) … così dopo lo splendido lavoro condiviso tra Spectral Lore e Jute Gyte (recensito ottimamente dal maestro Dope) eccoci di fronte a questo ennesimo grande lavoro partorito dalla terra dei 1000 laghi … I
Kalmankantaja non dovrebbero essere una novità per gli amanti dell’estremo, alla luce di un discografia ricchissima, la cui qualità media è stata sempre elevata. Il master mind dietro la band è sempre
Grim666 che rimane l’unico songwriter e che, vocals a parte che sono ad appannaggio di
Tyrant, si occupa di tutta la parte strumentale. L’aver trasformato il progetto da studio a live band ha dato chiaramente i suoi frutti, spingendo
Grim a comporre brani anche in ottica concerti... Se negli ultimi due studio album si poteva ascoltare una band più violenta, diretta e meno atmosferica, nei tre lunghi brani qui presenti, il duo finlandese riesce a fondere tutte le migliori peculiarità del proprio sound, alternando momenti di furia selvaggia (come nel secondo pezzo “
Tuonelan Enkeli”) ad altri dove l’aggressività è mitigata e stemperata da una maggiore riflessività che riporta direttamente alla parte centrale della carirera della band e che trova la sua sublimazione in “
Uhriveri”, vero manifesto dei nuovi
Kalmankantaja. A voler essere pignoli manca la componente “depressive” che ha fatto la “fortuna” della band agli esordi, ma al netto di tutto, mi sento di affermare che il gruppo ne ha guadagnato in varietà e qualità. Se il prossimo album si manterrà interamente su questi livelli potremmo anche gridare al capolavoro … Capolavoro forse no, ma album stupendo e nerissimo, che invece hanno battezzato nel sangue gli
Iku-Turso all’esordio, quel “The Ivory Tower” che ci ha proiettato di colpo ad inizio anni ’90 quando tra omicidi e incendi, il black metal era davvero il genere più temuto … Cosa abbiamo allora in questi quattro nuovi brani proposti ? Distruzione e oscurità! Se possibile il quartetto internazionale (ma a motore e cuore finnico) si è spinto ancora più in la rispetto al debut, avvicinandosi per freddezza e uso delle tastiere all’inarrivabile “In The Nightside Eclipse” , di cui fa proprie non solo le atmosfere ma anche il sound e la sensazione di terrore e armageddon imminente … Vargrav a parte (anche loro one man band finlandese) è praticamente impossibile trovare di meglio attualmente in campo true black, vista l’innata capacità di far andare indietro nel tempo l’ascoltatore riportando tutto al giusto kaos primordiale … Non è solo una questione di mero revival che me li fa amare, ma quanto l’incredibile serietà e attitudine della band che trasuda da ogni singola, nerissima, nota suonata dalla band, ed è proprio per questo che non vi segnalerò nessuna brano in particolare in quanto la nera arte va assaporata in toto … Consiglio vivamente agli estimatori dell’estremo questo splendido split che è ancora più prezioso e retrò nel suo formato digipack con il libretto cartonato… Darkness shall be !!!
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