Il patto di “nobile alleanza” italoamericana inaugurato con “
Edge of tomorrow” continua nel migliore dei modi in questo “
Road to hell”, un disco in cui la fertile miniera di talento garantita dai suoi artefici produce un nuovo filone aureo di grinta e melodia, analogo a quello esibito nel lavoro precedente e forse addirittura più prezioso in termini di coinvolgente forza espressiva.
Il quinto
full-length dei
Sunstorm si può dunque giudicare come l’ennesima grande prova di un
vocalist dalla classe inesauribile come
Joe Lynn Turner, arricchita dalla prestazione impeccabile di un
team esecutivo (e produttivo) di enorme spessore e sensibilità, con la comprovata competenza di
Alessandro Del Vecchio e
Simone Mularoni integrata dalla sapienza ritmica di
Nik Mazzucconi e della
new entry Edo Sala.
Alimentata da un approccio musicale ancora una volta orientato più all’
hard-rock che all’
AOR, la raccolta snocciola undici frammenti sonici a elevato godimento
cardio-uditivo, fatalmente “riservati” ai
fans di Rainbow, Deep Purple e Malmsteen, ma non per questo imputabili di una superficiale reiterazione di temi noti, in un mondo della musica ormai inflazionato dagli stereotipi.
C’è molta vitalità nelle palpitanti costruzioni armoniche contenute nell’opera e anche se il loro terreno d’azione à molto definito e familiare, è praticamente impossibile non essere “toccati” dall’ugola straordinaria di
Turner quando intona l’accattivante “
Only the good will survive” o quando nella
title-track dell’albo condivide il proscenio con un
Mularoni “posseduto” dallo spirito del migliore
Yngwie, in una traccia dal clima suggestivo e melodrammatico.
“
On the edge” sollecita i sensi con un pungolo emozionale appena spruzzato dal “veleno” degli Scorpions, in “
Blind the sky” le note si fanno ariose e “pompose”, mentre “
My eyes on you” è semplicemente superlativa, dominata da una linea melodica enormemente contagiosa, dal fraseggio cromato delle chitarre e dall’irresistibile puntello delle tastiere di
Del Vecchio.
L’enfasi di “
Future to come” rievoca a tratti le atmosfere maestose di certi Rainbow, l’emozionante “
Everywhere” è l’unica concessione sentimentale del programma e “
Resurrection” è una
fast-track piuttosto tipica e “solo” assai gradevole.
Con la magistrale "
Calling”, degna del monumentale “
Odissey”, i gangli sensoriali dell’apprezzamento riprendono a fremere alla massima frequenza, vibrazioni che proseguono senza sosta anche con il raffinato
hard-rock “
State of the heart” e la spigliatezza vagamente Van-Halen-
esca di “
Still fighting”, a compimento di un percorso sonoro che trasmette passione, dinamismo, lucidità e un’innegabile e avvincente identità artistica.
I
Sunstorm dimostrano che un’accurata miscela di esperienza, freschezza, ispirazione e capacità può conseguire risultati eccezionali … non male per quello che per molti è soltanto l’ennesimo “progetto” assemblato a tavolino da scaltri e aridi discografici.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?