I
Black Stone Cherry rappresentano il lato più sanguigno del genere southern rock e questo nuovo "
Family Tree" ne è la prova
Le chitarre sono ruvide, graffianti, il songwriting ispirato che unisce blues e rock'n'roll ( nella rolling-stoniana "
New Kind Of Feeling" ad esempio) ma che sa anche essere duro come nella hardrockeggiante "
Burning", mentre altrove i riff sono più articolati come nell'opener "
Bad Habit" contraddistinta da un riffama nervoso e da un particolare bridge rallentato sul quale si erge un solo dal sapore metal.
La musica dei Black Stone Cherry è spesso paragonata a quella dei Lynyrd Skynyrd e dei Black Crowes, con influenze dei Led Zeppelin e degli ZZ Top, alcune canzoni hanno un sound più heavy che ricorda degli Stones ipervitaminizzati.
Benché le loro influenze si facciano sentire sono riusciti comunque a sviluppare un loro personalissimo stile e la voce roca e incisiva di Chris Robertson aggiunge appeal alle composizioni
Nel disco in questione tutte le canzoni sono improntate ad un rock incisivo, unica eccezione la ballad alla Stones "
My Last Breath", molto articolata e potente è l'auticelebrativa "
Southern Fried Friday Night", mentre su giri di chitarra energici e blueseggianti si muovono altre composizioni quali "
Dancing In The Rain" , "Ain't Nobody" ( dal tocco alla Ac Dc)
Strana ma coinvolgente risulta "
James Brown" dal sound secco e ricco di wah wah e dal chorus e solos coinvolgenti, "
You Got The Blues " è sinuosa ed intrigante con le sue sleaze guitars, "
I Need A Woman" puzza di ZzTop, mentre "
Get Me Over You" e "
Family Tree" chiudono egregiamente il lavoro col loro mood hard/blues nel quale si accennano anche delle tastiere in sottofondo.
Il nuovo lavoro dei BSC è in grado di soddisfare diversi palati, anche se il pubblico di riferimento rimane quello che ama il blues energico e sanguigno.
Promossi a pieni voti
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