Mentre scrivevo la sofferta recensione dell’ultimo deludente (eufemismo) album dei
Marduk, pensavo proprio a band come i
Krigsblod o ai
Svartkonst (di cui vi parlerò prossimamente …) tra le altre … Band giovani, spesso all’esordio, talvolta immature ma con le palle fumanti, proprio quello che è mancato a
Morgan durante il songwriting di
“Viktoria” … Ma pur non riuscendo ancora a capacitarmi e a digerire questa cocente delusione è giusto che adesso vi racconti qualcosa dell’ esordio dei
Krigsblod … Prendete due ragazzi svedesi come tanti, amanti dell’estremo e delle nere nefandezze, dategli degli strumenti nelle mani e avrete i
Krigsblod, un concentrato vero, semplice e genuino della storia degli ultimi trent’anni del black metal svedese … Ci sono i
Dark Funeral, di cui riprendono pedissequamente il drumming forsennato di metà carriera, ma anche il nuovo approccio più melodico ( l'opener (
“Death By The Cold Hands Of War” o
“Shadows Of The Deep”), non possono mancare i mai troppo lodati
Setherial, l’attacco di
“In His Shadow” è da denuncia per plagio, mentre l’incedere di metà pezzo mi ha ricordato i
Cradle Of Filth e in tutto questo regna suprema la supervisione degli (ex) padroni assoluti del black metal svedese … i
Marduk! Un brano come
“Blood Bonds” è il pezzo che Morgan non scriverà mai più tanto è tritaossa-ignorante-blasfemo-in your (fucking)-face ! Ed è proprio qui la differenza tra questi freschi ragazzini e i loro colleghi più attempati, la voglia di incendiare il mondo e l’attitudine fieramente nera, fanno si che brani all’apparenza scontati e standardizzati, risultino invece avere una capacità di coinvolgimento unica, una rabbia e una cattiveria che trasuda da ogni nota. Anche quando
Daniel Rosen (vero master mind della band) e
Hybris vogliono fare i “dotti” e aggiungono influenze orientali, come nel riff d’apertura di
“Towards Death Glory” , il pezzo finisce inevitabilmente per diventare una pioggia di fuoco nemico in campo aperto, nessun prigioniero solo morti e distruzione ! Chiude l’album la bonus track
“The Arrival Of Royal Dawn” un pezzo più ragionato e atmosferico, dal mood sinistro ma ancora troppo acerbo e poco indirizzato.
“Krigsblod” è tutto qui, un album classicamente feroce e genuinamente immaturo, ma assolutamente vero, diretto e nero, no compromise!
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?