Partiamo subito dalle critiche: otto anni tra "
Aenigma" e il precedente album, "Angel Secret Masquerade", sono davvero troppi.
Altri appunti da rivolgere ai
Dark Horizon non ce ne sono, solo conferme e complimenti.
Infatti, i
Dark Horizon ribadiscono tutta la classe e quelle qualità che già avevano messo in campo nei precedenti lavori, ma portando il tutto su livelli più alti e maturi. E lo mettono in mostra nel songwriting e negli arrangiamenti (eleganti ma mai ridondanti) e nella prova dei singoli musicisti, trai quali risalta ovviamente quella del cantante,
Roberto Quassolo (una voce che è un mix di Dave Mustaine, Russell Allen e Tobias Sammet), ma non possono passare in secondo piano le performance dei musicisti che lo affiancano,
Daniele Mandelli (chitarra),
Alessandro Battini (keyboards),
Luca Capelli (batteria) e
Paolo Veluti (basso), peraltro proprio la stessa line-up che aveva inciso il già citato "Angel Secret Masquerade", e sicuramente la coesione a livello formazione ha contribuito al risultato.
"
Aenigma" vede i
Dark Horizon lasciare aperte le porte della propria musica a quelle influenze del Progressive e del Melodic Metal alle quali già in passato avevano via via concesso sempre più spazio, come evidenzia l'evoluzione tra l'esordio "Son of Gods" e l'ultimo nato, senza perdere di vista intensità e vigore, pur sempre all'insegna dell'eleganza, come credo possano ben testimoniare "
Time is a Healer" o la nuova versione (rispetto a quella presente nell’EP "Metalhead") di "
Sea Sirens Voices", come pure "
Future World" o "
Ace of Heart", due episodi impreziositi dalla presenza di ospiti di spessore come
Jonny Lindqvist (Nocturnal Rites) e
Klaus Dirk (Mob Rules) che duettano con
Roberto Quassolo.
Ma non voglio stare lì indicare queste canzoni, e tantomeno altre, come quelle più rappresentative dell'album: non lo sono. Infatti, si potrebbe pescare a caso una qualunque delle dieci canzoni che compongono "
Aenigma" per poter apprezzare le qualità di questo quartetto, che con gli anni si è guadagnato un posto rilevante nella scena Metal italiana, e credo anche in quella internazionale, per quanto non supportata da quella necessaria continuità realizzativa e a livello concertistico, che li avrebbe portati a primeggiare.
Accontentiamoci, e non è poco, dei loro cinque dischi, e speriamo per il meglio per il futuro dei
Dark Horizon.
We can fight once way in the life...
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