Throneum - The Tight Deathrope Act over Rubicon

Copertina 6

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2018
Durata:60 min.
Etichetta:Hellheadbangers Records

Tracklist

  1. CROSSING THE DEAD RIVER
  2. THE TIGHT DEATHROPE ACT OVER RUBICON
  3. ENOCHIAN LEXICON
  4. ENOCHIAN LEXICON II
  5. ENOCHIAN LEXICON III
  6. ENOCHIAN LEXICON IV
  7. THE BIBLICAL SERPENT - THE MASTER OF MISFORTUNE
  8. TO-MEGA-THERION
  9. PRIMAL WORDS. ORPHIC

Line up

  • Armagog: Bass
  • The Great Executor: Guitars, Vocals
  • Diabolizer: Drums

Voto medio utenti

Attivi fin dalla seconda metà degli anni 90 quando si chiamavano solo Throne, i Throneum (hanno aggiunto il suffisso –um a causa dell’omonimia con altri gruppi) sono una delle più longeve band dell’underground polacco di black/death metal dalle tematiche occulte/sataniche.

“The Tight Deathrope Act over Rubicon” costituisce il loro nono full-lenght (il secondo per Hellheadbangers Records) ed è il più lungo e in qualche modo complesso della loro discografia, in cui si vede continuare, e in qualche modo ampliare “l’esperimento” già visto in “Morbid death tales”, di sviluppare un discorso esoterico/magico articolato in più canzoni.

Più di un terzo della durata del disco è infatti occupato dalle quattro canzoni sul “lessico enochiano”, ovvero il linguaggio magico mediante il quale l’alchimista ed esoterista inglese Edward Kelley affermava di poter parlare con gli angeli.
La musica contenuta è un “classico” black/death metal primitivo, aggressivo e tormentato, comprensivo della canonica registrazione da garage o da cantina, in cui sono presenti forti dissonanze e un drumming diretto con poche variazioni sul tema.

L’idea di raggiungere i sessanta minuti di durata però non mi ha convinto del tutto, c’è una tendenza alla ripetitività degli schemi utilizzati, con sparuti spunti interessanti (v. “To mega therion”, dalle sonorità orrorifiche, “Enochian Lexicon: I” o la lunga suite finale “Primal words. Orphic” dove son forti gli echi a la Hellhammer ) che però si perdono in un mare di “già sentito”.
Il disco raggiunge la sufficienza grazie all’attitudine genuina della band polacca e grazie alla forte componente aggressiva che fa da fil rouge in “The Tight Deathrope Act over Rubicon”, ma non credo si abbastanza per coinvolgere in pieno l’ascoltatore che non è pienamente preso da queste sonorità

Resta il sospetto che a The Great Executor – nel duplice ruolo di chitarrista e cantante – vada benissimo così e che continuerà a tirare dritto per la propria strada anche negli anni a venire.

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