Delle variegate elaborazioni artistiche proposte da
Paolo Catena dopo le iconiche esperienze con Death SS, Violet Theatre e
Paul Chain abbiamo già brevemente parlato in passato su queste stesse colonne (in un articolo che, volendo, potete recuperare
qui …) e sono davvero felice di poter tornare sull’argomento grazie a questa encomiabile ristampa, frutto della sinergia tra il polistrumentista pesarese e il suo vecchio amico, nonché musicista e produttore,
Angelo Zermian, che porta addirittura alla nascita dell’etichetta discografica
ZA Project.
“
IV” è, infatti, la riedizione di “
Inedits” del
P.C. Translate,
monicker con il quale tra il 2005 e il 2009,
Paolo, affiancato dalla moglie (e musa …)
Lola Sprint, produsse tre (“
Lo-fi Lovers”, “
Collage creation” e “
Electronic music ”, a cui si aggiunge, nello stesso periodo, “
Metropolis”, dedicato all’omonimo capolavoro cinematografico di
Fritz Lang e realizzato a nome
Paul Cat for Ambientalism) fulgidi esempi della sua fertile e pirotecnica creatività, in parte ancora legati alle sonorità “oscure” che l’hanno reso celebre, ma altresì profondamente contaminati da elettronica, psichedelia,
fusion e allucinazioni cosmiche.
Il disco in questione, contenente materiale d’archivio, pubblicato “postumo” nel 2013 (in formato
cd-r autoprodotto e in sole cento copie numerate), rivive in questa nuova edizione in
Cd (e vinile) impreziosito da una suggestiva copertina (una tavola pittorica denominata “
Four” e creata appositamente dal nostro per lo scopo) e ci restituisce un crogiolo sonoro affascinante, “potente” e variegato, percorso da continui cambi di clima, tra melodie caliginose e concentriche, squarci
jazzati e pulsioni oniriche da distorsione spazio-temporale, capaci di attivare costantemente l’attenzione emotiva e neuronale dell’ascoltatore.
Si comincia con le sonorità ipnotiche e sinistre di “
Heavy clouds” e si prosegue con le fluttuanti distorsioni settantiane di “
Reason of changes”, mentre dopo il breve momento di stasi apocalittica denominato “
Outro”, con “
Deep sea (Of my life)” ci s’immerge completamente in una straniante atmosfera spettrale e arcana, dominata dalla chitarra acustica e dalle risonanze dei magnetici fonemi del
Catena.
Il fugace vortice corrosivo di “
Liven” lascia poi spazio ai foschi presagi di “
Test song”, che si trasformano in pura astrazione sensoriale con la lisergica “
Heart in flame” e in prepotente capacità seduttiva con “
Poetry”, una greve malia in note da cui emerge l’irretente ed evocativo recitato di
Lola Sprint.
“
Vicend sirios” manifesta il lato più elettronico e sperimentale del progetto, “
Surniacat” è un monolito di liquida materia ossianica e “
The end of love (In the world)” si nutre di obliqua libertà espressiva per consegnare al “mondo” il suo messaggio colmo di frustrazione, in grado di colpire nel profondo la sensibilità sonica ed emozionale di ogni
musicofilo non superficiale.
“
IV” è dunque un’opera in cui la fiamma dell’ispirazione arde vivida e intensa, che meritava una “seconda possibilità” … tra l’altro, sebbene l’inventiva di
Paolo Catena sia al momento completamente orientata alla saga dei “
Quadrimusicali”, sono stati annunciati ulteriori “recuperi” targati
P.C. Translate (tra cui un imminente
EP di pezzi inediti) … nell’attesa di questi e altri (imponderabili, quando si ha a che fare con personalità irrequiete, multiformi e anticonvenzionali come queste …) sviluppi, non rimane che procurarsi quanto prima l’ennesima testimonianza del talento straordinario e dell’estro visionario di un artista pressoché unico, e non solo negli angusti confini del nostro paese.