Dopo 17 anni di carriera, svariati EP e split e 4 full length licenziati da piccole etichette, gli svedesi
Vanhelga creatura prediletta del mastermind
145188 (al secolo
Jacob Ottosson) pubblicano grazie a
Osmose Productions il loro quinto lavoro sulla lunga distanza "
Fredagsmys" e probabilmente portano a termine la propria maturazione artistica.
La band infatti, dopo gli esordi di "
Mortem Illuminate Mea" in cui sia le tematiche (anti-cristianità, oscurità) che gli stilemi musicali aderivano in tutto e per tutto ad un canonico black metal, ha gradualmente virato verso il depressive black metal.
Anche le liriche hanno subito un mutamento radicale ed oggi
Ottosson e compagni affrontano argomenti più personali quali disperazione, destino e problematiche esistenziali.
Non si creda però che la nera fiamma si sia spenta nella musica dei
Vanhelga, - che in svedese significa "profanare", tanto per mettere le carte in tavola- essa è soltanto tenuta a bada da un approccio più meditativo e introspettivo ma è pronta ad eruttare improvvisa come nella bellissima traccia "
Varde mörker" (Che venga l'oscurità).
Ogni brano ha una capacità ipnotica di avvincere durante l'ascolto, una particolarità che la rende magnetica: l'opener "
Sömnparalys" (Paralisi nel sonno) presenta un intro glaciale reso però struggente da un arpeggio acustico in secondo piano, ed entrambi vengono spazzati via dalle urla disperate di
145188, "
Psykotisk självinsikt" (Autocoscienza psicotica) oltre a delle parti fischiettate assolutamente insolite ricorda da vicino "The Lake" di Bathory.
O ancora la poetica "
Ensam Mot Alla" (Soli contro tutti) con i suoi cori sussurrati su duetti di chitarra e synth; e proseguendo le opprimenti "
Keep the window close", "
RIP (relationship in pieces)" o "
You are temporary" che lacerano l'anima con la disperazione che recano nelle loro note.
La titletrack infine dà degna chiusura al disco, una traccia strumentale che seppur melliflua, delicata e struggente, risulta dopo svariati ascolti il brano più spietato del lotto proprio perchè spegne la luce della speranza dolcemente ma inesorabilmente.
E perdersi nei gorghi dei propri demoni interiori diventa la cosa più naturale del mondo.
I
Vanhelga non raggiungono l'annichilimento e l'autodistruzione che ha reso inimitabili gli Ofdrykkja, ma con la loro musica rendono omaggio alle emozioni negative umane accettandole come parte integrante delle esperienze di ognuno.
"
Fredagsmys" è un viaggio musicale che non può lasciare indifferenti: basta fare il primo passo.
Vanhelga - "
Fredagsmys"
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