Pur non facendo mancare il proprio prezioso e competente sostegno alle nuove generazioni di
melodic-rockers, la
Frontiers Music sembra specializzata nel ridestare ricordi sopiti e mai rimossi dalla memoria di noi
musicofili ormai
attempatelli, che frequentiamo il genere da un po’ e ne viviamo con immutato interesse e un pizzico di apprensione le inesorabili fluttuazioni nei gusti del pubblico.
Il connubio
Gioeli - Castronovo non può che rievocare i tempi i cui il primo albo degli Hardline (in cui i nostri militavano assieme a sua maestà
Neal Schon, a
Todd Jansen e al fratello di
Johnny,
Joey) dimostrava al mondo che non c’era solo il
grunge, sorprendendo un po’ tutti, compresi quelli che non si erano ancora ripresi dopo lo scioglimento dei Bad English (da cui provenivano, in quel momento,
Neal e
Deen).
Disgregatosi l’inevitabile piccolo grumo di nostalgia, affrontiamo con enorme curiosità il progetto capitanato da due splendidi musicisti e interpreti, nel frattempo capaci di consolidare la loro fama (
Axel Rudi Pell, Crush 40, Journey, Revolution Saints e The Dead Daisies, solo per citare i passi salienti di ricchissimi
curricula) e di marchiare a fuoco una scena melodica ritornata a essere piuttosto florida, nonostante le tante difficoltà di un
business non proprio in piena salute.
Abilmente supportati da alcuni autorevoli rappresentanti dell’eccellenza italiana del settore (
Mario Percudani,
Alessandro Del Vecchio e
Nik Mazzucconi) i nostri sfornano un albo di notevole valore, fatalmente irrorato di Journey, Revolution Saints e Hardline e in cui gli impasti vocali di due autentici campioni della fonazione modulata (ebbene sì, direi che anche
Castronovo può essere tranquillamente inserito nella categoria …) si amalgamano con disinvoltura in un
songwriting complessivamente assai coinvolgente e ispirato.
“
Set the world on fire” si segnala fin da subito grazie al dinamismo enfatico della sua
title-track, ma se cercate scosse emozionali ancora più intense e durature, il mio consiglio è di affidarvi al delizioso crescendo melodico di "
Through", “
Who I am” e “
It’s all about you” e poi ancora alle reminescenze Hardline-
esche di "
Fall like an angel", mentre l’ascolto di "
Ride of your life" e della squisita “
Walk with me” vi farà venire voglia di rispolverare la discografia dei Journey e l’accoppiata "
Run for your life" e “
Remember me” vi trasporterà in un attimo nelle magiche e gagliarde atmosfere
adulte degli
eighties.
Il raffinato f
lavour pop di “
Mother” e la ballata acustica “
Let me out” aggiungono ulteriori sfumature a un lavoro pregevole, che senza riservare eccessive “sorprese”, saprà impegnare proficuamente il “tempo di qualità” di ogni
chic-rocker degno di tale appellativo.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?