Vengono dalla Finlandia, suonano melodic death metal e sono sotto la protezione della
Inverse Records: parliamo degli
Imperial Domain che pubblicano "
The Deluge", terzo album di una carriera non propriamente baciata dalla buona sorte.
La band infatti, dopo aver pubblicato 2 album tra il 1998 ed il 2003, si scioglie temporaneamente ritornando a fare musica solamente nel 2014 ma perdendo l'anno successivo il cantante
Tobias Heideman.
I 2 chitarristi
Peter Laitinen e
Philip Borg però non demordono e trovano una nuova, ottima voce in
Andreas Öman che offre un contributo determinante alla registrazione del disco di cui stiamo parlando.
La band ha talento, ottimo gusto per riffs aggressivi e potenti, sensibilità nell'intrecciare melodie accattivanti ed anche furbizia nel contenere la durata delle 8 tracce entro i 40 minuti in modo da colpire senza stancare.
A partire dall'opener "
True face of war", che con i suoi passaggi maideniani uniti alle vocals brutali di
Öman potrebbe essere un brano non pubblicato su "Amok" dei Sentenced, passando per la titletrack che riprende i primi lavori degli Amorphis integrandoli con cori à la Nightwish e via via proseguendo con "
The future is lost" e "
Conspiracy" tutta la prima metà del platter riporta alle sonorità tipiche del melodeath primi anni '90.
La seconda parte del disco invece è sicuramente di qualità inferiore proponendo passaggi gothic in "
Withdrawn from Life" o pezzi piuttosto fiacchi come "
Eternal" o addirittura scontati come la chiusura di ""
Ever since that day".
Brani validi e scorrevoli ma privi di quel "quid" in grado di stamparsi a fuoco nel cervello di chi ascolta.
Gli
Imperial Domain si ri-presentano come un gruppo degno rappresentante del metallo di Goteborg ma purtroppo sono rimasti troppo ancorati ai riferimenti del periodo dei loro primi passi: "Tales from the Thousand lakes", "Whoracle" ed i loro fratelli scorrono potenti nel loro sound ma la totale assenza del colpo a sorpresa conferisce un gusto stantio alla loro proposta.
Se l'intento dei finnici era di regalare un tuffo nel passato, "
The Deluge" assolve in pieno al proprio compito, ma proprio per questo gli appassionati della prima ora del melodeath svedese dopo il primo ascolto probabilmente lo avranno già accantonato.
Imperial Domain - "
True face of war"
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