Nati nel 2003, i Razorback vantano (per modo di dire) in line-up elementi quali Rolf Munkes, un tempo ottimo esecutore nei Vanize del fratello di UDO e oggi in forza negli orrendi Majesty, Andre Hilgers degli Axxis e Marcus Bielenberg, anch'esso nei Majesty. Lontano da propositi di truemetallaraggine, questo secondo lavoro dei Razorback si propone come un progetto di hard rock ruffiano per staccare un po' dalle solite pose macho delle rispettive band. L'intento è apprezzabile, il risultato pessimo. Scontato e noioso come pochi, questo "Criminal Justice" mostra un songwriting tanto banale da sfiorare il ridicolo, e brani come "It's Alright" sono assolutamente pietosi, con quell'appeal bonjoviano, rovinato perlopiù da un cantato tecnicamente limitato e carismaticamente nullo. Pensare che una band del genere sia finita sotto Massacre non può che fare rabbia a tutti quelli che qui in Italia si sbattono per trovare uno straccio di contratto. Rolf Munkes è un chitarrista veramente superlativo sul piano tecnico, vederlo ridotto a suonare e comporre aborti del genere è davvero deprimente. Se non si fosse capito, questo dei Razorback va bene per fare il lancio al piattello, niente di più; non fate la follia di prendervelo o peggio, visto il periodo natalizio, di regalarlo a qualcuno. A meno che non sia un acerrimo nemico...
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