Dopo tre album uno più bello dell'altro come "Tribus", "Solar" e "Tenebrosum", i Windfaerer fanno filotto e, accasatasi con la sempre lungimirante Avantgarde Records che finalmente potrà offrire ai Nostri una adeguata promozione, danno alle stampe "Alma" il quarto album che, di nuovo, conferma la bontà del progetto americano e la vivacità di certo ambiente underground estremo dove, sempre più spesso, si celano preziosi gioielli.
Il melodic black metal del gruppo del New Jersey, dalle forti tinte folk ed epiche, riesce nel non semplice compito, quando si scelgono determinate sonorità, di essere perfettamente bilanciato tra le parti più violente, sorrette da un riffing semplicemente devastante e dall'uso quasi schizofrenico del violino, e le parti più atmosferiche all'interno delle quali i Windfaerer danno sfogo alla componente più maestosa e magniloquente del loro suono, il tutto diluito nel fluire costante di note, emozioni e brividi come solo il vento impetuoso riesce a fare quando soffia sui mari o sui campi di battaglia.
"Alma", seppure non introduca elementi di novità nell'ambito di certe sonorità, risulta essere un album magnifico nel suo avere una vera e propria anima ricca di pathos e, anche, di soluzioni in fondo molto semplici ma dannatamente coinvolgenti per l'abilità dei Windfaerer di saper creare la giusta melodia e la giusta atmosfera ad ogni passaggio, sia quando, mi ripeto, è il black metal ad urlare furioso, sia quando arpeggi e tastiere prendono la scena intessendo delicati paesaggi che danno respiro all'incedere furibondo degli strumenti e delle urla del leader Michael Gonçalves che si conferma songwriter di primo livello, oltre che abile chitarrista.
Fino a questo punto quella dei Windfaerer è una carriera "perfetta" e bene farebbe ognuno di noi a dare una possibilità a questo nuovo album per restare abbagliato dalla splendente luce del sole e perdersi in un lungo viaggio in compagnia, soltanto, dell'incessante sibilo del vento.

Emozionante.