Signore e signori, quando musicisti di questo calibro si mettono insieme dobbiamo solo inginocchiarci e ringraziare il buon Dio
Craig Goldy (ex-Dio, Giuffria) alle chitarre
Wayne Findlay (ex- MSG), alle chitarre e alle keyboards
Simon Wright (ex-AC/DC, Dio, Operation: Mindcrime), alla batteria
Rudy Sarzo (ex-Quiet Riot, Ozzy, Whitesnake, Dio) al basso
Diego Valdez (Helker) alle voclas
interessanti le parole di Craig Goldy sull'origine e sul nome della band:
"
During the very first public memorial for our most beloved Ronnie James Dio, I had mentioned that whenever I do start writing original material again that I would utilize everything that I had learned from working side by side with the Master for so many years in such a way that I would hope to make him proud....and here it is! The name is inspired by one of his lyrics on the "Dream Evil" album and the nickname he gave me at the time, Dream Child! "
Speak English or die!
Avrete già capito che la musica proposta da questo supergruppo rimanda in modo netto a bands quali Dio e Rainbow, è questo un male?
No assoultamente, se le canzoni hanno classe da vendere e un tiro fenomenale
Sottolineare le abilità esecutive di questi musicisti mi sembra inutile, quello che vale la pena dire è l'atmosfera che i Dream Child riescono a far emergere, se chiudete gli occhi non farete fatica ad immaginare il piccolo/grande Ronnie sul palco con la sua incredibile voce ( che, giusto per la cronaca, il buon Diego Valdez "emula" in modo eccezionale ).
"Holy Diver", "The Last In Line" o "Dream Evil" vi torneranno subito in mente nella loro magniloquenza, con le atmosfere magiche, sognanti che rivivono grazie a brani quali l 'opener "
Under The Wire", introdotta da una breve tastiera che ricorda il tema de "l'Esorcista" e che poi esplode in un sostenuto mid-tempo sul quale la voce di Valdez si erge stentorea.
Il lavoro va assimilato nella sua interezza, anche perchè il comune denominatore delle songs è quel
classic-metal a cui Ronnie ci aveva abituato, niente di più e niente di meno
E questo non deve essere inteso in senso negativo, come ho già detto sopra la classe dei musicisti è tale che nessuna canzonze stanca, nessuna canzone è ripetitiva, nessuna canzone non merita di essere (ri)ascoltata.
Prendete "
You Can't Take Me Down", la seconda traccia, un robusto hard rock con bridge di tastiere che fanno venire in mente gli Whitesnake, ancora le tastiere scandiscono il solo di "
Games Of Shadows", "
Playing With Fire" ricorda "
I Could Have Been A Dremer", tratta da Dream Evil
Si alternano momenti d' atmosfera sopratutto grazie alle tastiere, a sferzate hard/metal guidate dalla magica chitarra di Craig Goldy, ombre di Rainbow ("
Midnight Song") si susseguono a melodie più muscolose, la titletrack è uno strumentale sino quasi alla fine ed è dominata dai fenomenali intrecci tastiere/chitarre.
Un pezzo come "
Washed Upon The Shore" è una sorpresa nella sua atipicità, col suo ritmo spezzato, frenetico, altalenante con grandi spunti strumentali, accelerazioni e rallentamenti, "
Weird World" è il primo singolo estratto, oscuro e melodico, chiude "
One Step Beyond The Grave" con le tastiere alla "
Rock'n'Roll Children" .
Davvero difficile trovare un punto debole in questo lavoro, se amate le sonorità epico-classiche degli '80 e i soli nomi dei musicisti coinvolti vi fanno venire i brividi, uscite e correte nel negozio di dischi più vicino
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?