Dopo l'esaltazione massima che l'anno scorso mi è stata riservata con quella bomba di esordio "
A Call to Arms", ecco che gli sguaiati finnici
Chevalier tornano sul mercato proprio come si faceva negli anni '80, con EP, special release, 7" e chi più ne ha più ne metta!
La
Gates Of Hell Records ci offre quindi l'EP già esaurito "
Chapitre II" in versione vinilica, quindi ancor di più apprezzabile per tutti gli amanti di questo epic speed heavy metal completamente immerso nelle sonorità del decennio più bello della storia della musica, aggiungendo peraltro la cover dei
Brocas Helm "
Fly High", che certo non può reggere il passo con quel capolavoro della band più sottovalutata dell'intero universo ma che ne riprende lo spirito con amore incondizionato.
Inutile dirlo, tutte le peculiarità - che per un ragazzo non avvezzo al genere o nato con il metalcore rappresenterebbero dei minus insormontabili - del sound che ci ha fatto innamorare dei Chevalier sono presenti al 100%: riff semplici, melodici, efficaci, veloci ed epici, una registrazione in presa diretta, raffazzonata e confusionaria ma così energica e sanguigna come solo gli anni ottanta potevano partorire, la voce becera della nostra
Emmona che urla senza sosta nel microfono fino a farlo scoppiare e delle linee vocali che sono davvero qualcosa di incredibile, così perfettamente e costantemente riuscite che non vedrete l'ora di imparare i testi a memoria alla svelta per lanciarvi nell'improbo compito di distruggervi le corde vocali, ma chissenefrega!
Il sound è fortemente debitore della scena NWOBHM e dei
Mercyful Fate, anche grazie al pazzesco riverbero che la sala prove da cui è tratto questo EP infonde alla registrazione diretta, e siccome gli Chevalier non avranno mai il minimo successo, se non tra noi malati nostalgici, mi auguro che per i prossimi lavori - ora ci vuole un full length o perlomeno un disco di cinque o sei brani! - non abbandonino ne' la registrazione rozza da studio ne' il loro look fatto di baffoni alla Charles Bronson, pantaloncini da calcio che finiscono appena sotto l'inguine e le coscione della rubizza Emma per un approccio certo più convenzionale ma che non li porterebbe da nessuna parte, se non a perdere l'affetto e la stima di tutti noi che nei Chevalier rivediamo noi stessi ad urlare come indefessi in cameretta tutti gli inni del METAL ANNI OTTANTA che ci ha forgiato, formato e condannato.
Nei secoli fedeli.
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