L'ho ascoltato più volte
E lo ascolterò ancora, non è immediato come altri lavori dei becchini, ma il nuovo"
The Living Dead" ha una maggiore complessità (cura?) negli arrangiamenti, nel songwriting e pure nell'esecuzione che coniuga egregiamente classix sound con spruzzate di innovazione
Insomma c'è un tentativo di sperimentazione nel suono che è evidente non solo nel brano della discordia "
Zombie Dance"
(suonato col gruppo Russkaja) che, se preso dal giusto punto di vista goliardico, è un brano dissacrante, ma soprattutto la ricerca di innovazione la si trova nella struttura dei brani
Prendete l'opener "
Fear Of The Living Dead", il riff iniziale è nel tipico, veloce Digger's style ma subito dopo la ritmica rallenta per diventare un roccioso mid tempo hard rock con un chorus pomposo ed un solos dal sapore neoclassico.
Oppure "
Blade Of The Immortal" con la linea melodica delle testiere che ricorda "
Engel" dei Rammstein o "
Fist In Your Face" dal sound rock n'roll.
Ma non temete, fans dei Becchini, non mancano i brani classici come la veloce "
Insane Pain" dal chorus da cantare coi pugni alzati, "
When Death Passes By" oscura e dal tocco intrinsecamente metal con un bel solo, l'epica "
Shadow Of The Warrior", l'anthemica "
The Power Of Metal"
Anche le vocals del buon Chris appaiono meno sguaiate e più al servizio della melodia, mentre alle sei corde il lavoro di Alex Ritt è sempre eccelso, un vero riff-maker fin troppo sottovalutato a mio avviso.
"
What War Left Behind" è un altro pezzo da novanta, con la sua ritmica classic-power.
Evolversi per non morire, i Grave Digger lo hanno fatto dopo decenni di onorata carriera
Non è da tutti e solo per questo meritano rispetto e il loro nuovo lavoro merita un (attento) ascolto.
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