L'esordio discografico degli
Höstblod è un album che mi ha sorpreso.
I titoli tutti in svedese, una one man band, una piccola etichetta estrema come la
Wolfspell Records... tutto mi faceva pensare all'ennesimo progetto Black Metal, probabilmente old style.
Il Black Metal, invece, è solo un ingrediente della incredibile ricetta che contribuisce a rendere
"Mörkrets intåg" qualcosa di affascinante e difficilmente inquadrabile in un solo senso.
Johan Nilsson, l'uomo dietro
Höstblod, viene da un background alternative rock, una scena poi abbandonata per dedicarsi allo studio ed all'insegnamento della chitarra classica fino alla scoperta del metallo nero che, inevitabilmente, viene a risentire pesantemente di questo retroterra.
"Mörkrets intåg", infatti, risente di massicce influenze folk di matrice nordica, contiene molti riferimenti alla scena rock e si avvale, anche, di un importante uso di strumenti come violino, pianoforte e archi che, di certo, lo rendono ancora più eterogeneo di quanto già non lo sia in partenza.
Minimalismo e tristezza sono, a parere di chi scrive, le parole che meglio circoscrivono tutto l'album.
Johan Nilsson risulta abilissimo nel creare stupende melodie con pochissime note e pochissimi accordi, come il Burzum migliore verrebbe da dire, e tutto questo sia quando sono gli elementi ambient / folk a prendere il sopravvento, sia quando, invece, è il Black Metal, crudo e glaciale, a diventare protagonista, a testimonianza di una capacità di arrangiamento davvero unica.
Al tempo stesso, qualunque sia l'elemento musicale ad emergere, la musica di
Höstblod risulta essere costantemente ammantata di tristezza e di un velo di malinconia davvero palpabile che rendono la musica carica di pathos e di suggestioni che difficilmente è possibile trovare in un "normale" disco di Black Metal.... del resto questo
"Mörkrets intåg", tra voci di bambini, scream selvaggio, splendidi vocalizzi "puliti", intermezzi ambient particolarmente delicati, strazianti contrasti tra momenti riflessivi e momenti violentissimi, un album normale non lo è per niente come
Höstblod stesso che artista normale proprio non può essere definito.
Se è vero che le cose sorprendenti spesso sono le migliori, vi invito caldamente a scoprire il magnifico mondo descritto in un lavoro prezioso e raro come questo perché, soprattutto in un periodo storico come il nostro in cui è la merda ad essere elevata ad arte, le occasioni di entrare in contatto con opere come questa saranno dannatamente sempre meno.
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