Nonostante un certo numero di anni di “osservazione attiva”, il
business musicale riesce tuttora a “sorprendermi”.
Mentre ascolto per l’ennesima volta questo stupendo “
Better days” di
Dion Bayman, ricavandone persistenti brividi
cardio-uditivi, non mi capacito di come quest’artista australiano, già artefice di tre
full-length indipendenti, sia ancora, almeno dalle nostre parti, solo un “articolo” per irriducibili “specialisti” del
rock melodico.
Siamo di fronte, evidentemente, a un caso (non inconsueto, in realtà …) di diffusa sordità collettiva, che mi auguro oggi possa essere emendato grazie all’encomiabile opera della
Art Of Melody Music / Burning Minds Music Group, che tenta di squarciare questo incomprensibile manto d’indifferenza patrocinando un albo che, per la cronaca, è verosimilmente la prova più convincente ed emozionante prodotta finora da
Mr. Bayman.
Se amate l’
AOR americano, in bilico tra piccole tentazioni
hard, sontuose melodie radiofoniche e barlumi
pop, capace di onorare tanto la spensieratezza quanto l’intensità dei sentimenti, non potrete proprio rimanere indifferenti di fronte a questa raccolta di splendide canzoni ispirate da luminari del settore come Bon Jovi,
Rick Springfield,
Stan Meissner,
Richard Marx e
Bryan Adams, ma scritte e interpretate con una spontaneità, una passione e una qualità complessiva davvero entusiasmanti, spogliando di ogni eventuale rischio di “banalità” un suono dalle caratteristiche essenziali molto codificate e “familiari”.
Insomma, con il suo scintillante lavoro
Dion dimostra che nel genere si può essere vitali e “moderni” senza per forza dover rivoluzionare l’ordine delle cose, e che a questo straordinario risultato si arriva con il talento cristallino e con un’appariscente perizia nel
songwriting.
Aggiungete una “regia” sonora piena e frizzante (appannaggio dello stesso
Bayman) e un’accattivante veste grafica curata da Aeglos Art (Airbound, Raintimes,
Michael Kratz, Firmo, Room Experience, Charming Grace, …) e otterrete un autentico gioiellino discografico adornato da gemme di enorme e istantanea presa emotiva, da consumare per intero in maniera ampia e reiterata.
L’aggressione taumaturgica dei sensi comincia nel migliore dei modi con la grinta raffinata di “
Ready for the real thing”, in grado di entrare in circolo fin dal primo contatto, e prosegue imperterrita sia con la melodia avvincente di “
Rise and fall” e sia con l’enorme carica emozionale della
title-track, mentre le atmosfere elegiache e sbarazzine concesse a “
The best times of my life” irretiscono con modalità operative non lontane da quelle proposte da un cantante canadese “piuttosto” celebre.
La struggente ballata “
Leap of faith” è forse l’episodio maggiormente toccante dell’intera raccolta, e se “
Fallin' for you” riporta il disco su sentieri leggeri e “ruffiani”, diventa ancora più difficile resistere alle vibranti pulsazioni di “
Pieces”, con quel
synth sibilante a pungolare la contagiosa trama armonica.
L’umbratile
slow “
Out of mind out of sight”, impreziosito da un’altra linea melodica assolutamente appassionante, lascia spazio alle delicate spigliatezze di “
Cold” e al tocco vagamente Bon Jovi-
iano di “
If I could”, degna conclusione di una maliosa sequenza di note, sufficientemente variegate nella loro esposizione e davvero lussureggianti in fatto di
pathos e di
feeling.
Non mi rimane che concludere la disamina con un accorato appello indirizzato a tutti gli
chic-rockers della
Gloria … trascurare “
Better days” di
Dion Bayman equivale a perpetrare un misfatto nei confronti della
Musica … non vorrete mica rendervi complici di tale nefandezza? Conto su di voi …