Copertina 8

Info

Anno di uscita:2018
Durata:58 min.
Etichetta:Profound Lore Records

Tracklist

  1. THE FEAR AFTER
  2. VALOROUS CONSTERNATION
  3. SCHADENFREUDE
  4. TOO FEIGN EBULLIENCE
  5. HYPNAGOGIA
  6. CEREMONY OF BLEEDING
  7. HYPNOPOMPIC
  8. THE WEALD OF PERISHED MEN

Line up

  • Vince Verkay: drums
  • John Paradiso: vocals, guitars
  • Don Zaros: keyboards
  • David Wagner: bass
  • Chris Molinari: guitars

Voto medio utenti

L'uscita del nuovo album dei signori del funeral doom Evoken sembra cadere a pennello con l'arrivo della stagione fredda, con le giornate sempre più brevi e con il freddo e l'oscurità ad avvolgere le nostre giornate. La cornice ideale per distaccarsi degli affanni quotidiani, mettersi le cuffie e lasciarsi cullare dalle disperate melodie di "Hypnagogia", sesto sigillo dei newyorkesi che a sei anni di distanza da "Atra Mors" mettono ancora una volta in chiaro la propria posizione dominante in ambito funeral doom. Il nuovo disco degli Evoken infatti si presenta in perfetta sintonia con la produzione dei nostri, ovvero un funeral doom lento, struggente, melanconico che sublima in composizioni dalla durata elevata in cui la band esplora un vasto spettro emotivo: i brani infatti cambiano spesso mood, tra chitarre cupe e possenti che cedono spazio ad arpeggi struggenti, mentre la voce di John Paradiso si alterna tra growl e voce pulita, in un gioco di contrasti che dona profondità alle canzoni. Fondamentale in questo come sempre è l'apporto delle tastiere, alla pari dell'encomiabile lavoro delle chitarre, capaci di tessere melodie tristi eppur emozionanti, la cui carica emotiva è ulteriormente amplificata dagli inserti degli archi che riportano alla mente i My Dying Bride più ispirati. Di fronte a brani come "The Fear After", "Schadenfreude", "Ceremony Of Bleeding" o la conclusiva "The Weald Of Perished Men" è davvero impossibile rimanere impassibili, complice anche il concept che risiede alla base di "Hypnagogia": la storia dietro all'album racconta le vicende di un soldato ferito a morte durante la Prima Guerra Mondiale che decide di scrivere in un diario tutte le sofferenze delle sue ultime ore di vita. Sentendosi deluso ed amareggiato, tradito dalla sua patria, stringe un patto che un Dio sadico per fare confluire una parte delle sue sofferenze nelle righe del suo diario, in maniera tale che queste infettino chi legge fino a portarlo al suicidio: la vendetta di un uomo che ha conosciuto le atrocità e gli orrori della guerra e dell'esistenza stessa.
"Hypnagogia" ci consegna quindi gli Evoken nel loro nero e fulgido splendore, seppure in una veste più melodica ma non per questo meno intensa che in passato, e con un concept di spessore ad un secolo esatto dalla fine degli orrori della Prima Guerra Mondiale, scolpendo a suon di musica il loro personalissimo monito alle generazioni future. Da brividi.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 17 nov 2018 alle 11:45

disco davvero angosciante e meraviglioso

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