In realtà non dovrei esserne sorpreso, ma gli
Arthemis hanno realizzato un album (oramai il quarto!) davvero sopra le righe.
Il nuovo "Back From The Heat" predilige brani che hanno un feeling ed un tiro ottantiano, con un indirizzo più Hard Rock rispetto al passato; non che gli Arthemis con questo abbiano rinunciato del tutto alle soluzioni Power/Speed dei precedenti lavori (le ritroviamo, infatti, ad esempio su "Rise Up From The Ashes", Desert Storm" o "Here Comes The Fury"), ma hanno ulteriormente affinato il loro songwriting, e poi, sfruttando appieno le proprie doti individuali (grande la prestazione di un sempre più bravo ed intenso Alessio Garavello), non hanno avuto difficoltà nel ribaltarle nelle dieci canzoni che compongono "Back From The Heat".
Un trademark ormai consolidato quello degli Arthemis, che anche quando si espongono a soluzioni helloweeniane con la brillante "Free Spirit", lo fanno con personalità, così come quando il loro chitarrismo, preciso e roboante, s'incontra con il Melodic Rock di "Star Wars".
Colpiscono poi nel segno le intuizioni corali, assieme alle reminescenze di chiaro stampo Hard Rock, che affiorano da "Touch The Sky", mentre risulta un po' meno efficace la lenta "Ocean's Call" (ma la ballad è prevista per contratto!?!? Eppoi a suo tempo non mi era piaciuto troppo neppure "Golden Dawn", titletrack del precedente disco). Comunque sia, la bilanciano prima "The Vampire Strikes Back" (potente ed atmosferica) ed infine la conclusiva "Thunder Wrath" (grande episodio di purissimo Power Metal!), due tra le migliori canzoni del disco.
Come sempre da elogiare anche il ruolo dei New Sin Studios e di Luigi Stefanini che esaltano la resa sonora delle canzoni, donando la giusta cattiveria alle chitarre di Andrea Martongelli e di Matteo Ballottari, tiro e dinamismo alla sezione ritmica composta da Matteo Galbier al basso e Paolo Perazzani alla batteria, e mettendo ben in risalto la bella voce di Alessio Garavello.
Un lavoro, quindi, mai banale o scontato, con le canzoni che ben si differenziano tra loro, mostrando le differenti sfaccettature di una band ormai matura e di elevata caratura (e le esperienze "parallele" nei Power Quest hanno sicuramente contribuito) che sembra essere davvero in grado di imporsi e di lasciare il segno!
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