Che i
Motorhead abbiano fatto decine di proseliti lungo la loro gloriosa carriera è assodato, ma che ci fosse un gruppo che segue le orme di Lemmy & Co da quasi 40 anni, non me l'aspettavo
Eppure questo gruppo c'è, si chiama
Vulcain, viene dalla Francia e ha appena pubblicato il suo nono album. Se la prolificità non è certo la loro caratteristica, lo è sicuramente la coerenza; il combo è un power trio che, nonostante abbia pubblicato album sino al 1998 per poi fermarsi sino al 2009, non e mai venuto meno alla sua matrice heavy marcatamente rock.
Il nuovo "
Vinyle" riconferma l'impronta "motorheadiana" del loro sound, che non è mai eccessivamente veloce anche se i brani " speed-metal" non mancano ( "
Heros", "Fans Les Livres", "Motor"), ma è l'impatto sonoro che colpisce, il muro di suoni creato da riff potenti e quadrati e da una linea di basso e batteria martellanti.
Certo il vocione di Daniel Puzio non è quello di Lemmy e nemmeno il guitar work è originale come quello di Eddie Clarke ( perché i Vulcain ricordano la prima incarnazione dei Motorhead, sia chiaro), ma la struttura dei brani colpisce in quanto a potenza, il suono è sporco e l'attitudine quella giusta.
Abbiamo quindi oltre ai pezzi già citati, la titletrack che, introdotta da un paio di colpi di gong, ci spara addosso un rock 'n'roll ipervitaminizzato, oppure "
Backline Music " che è sempre un rock' n' roll ma più lento, "
Darling" un mid tempo martellante, "
Decibels" che smorza i toni col suo andamento quasi ipnotico acustico/elettrico ed un solo che ricorda gli Zz Top del periodo "Afterburner" , "
Borderline" che si muove su riffoni pieni e ritmica martellante e a seguire le altre composizioni, per lo più rock 'n'roll tirati.
Che altro dire, se la costanza e l'attitudine premiano, i Vulcain né escono sicuramente da vincitori.
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