Una casa in legno, al limitare di un bosco. Un paesaggio ammantato da una soffice e candida coltre di neve. Una pallida luce che trapela da un cielo grigio, ostinato a celare ogni raggio di sole.
Guardo dalla finestra. Il mio respiro appanna il vetro.
Ciò che vedo attraverso i vetri è ciò che sento ascoltando
Blend, debut album di
Runar Blesvik.
Compositore, produttore e pianista Runar Blesvik traduce in musica ciò che hanno visto i suoi occhi, ciò che ha vissuto sulla sua pelle, ciò che è dentro di lui, il legame inscindibile con una terra ostile e bellissima. Cresciuto nella zona occidentale della Norvegia, Blesvik riversa nelle sue composizioni i paesaggi desolati e meravigliosi della terra in cui è nato, anche come musicista.
L'album, di breve durata, procede con grazia ed eleganza. Un'onda emozionale che corre sulle note di un post rock raffinato e delicato.
Blend segue un'evoluzione che è l'evoluzione stessa del musicista. Runar Blesvik nasce infatti come pianista di impostazione classica, per poi accostarsi a musica e sonorità elettroniche. Due mondi lontani che il musicista riesce a fondere in modo fluido e armonico. E così alle malinconiche note di pianoforte che aprono l'album si accostano man mano altri elementi, in un percorso che vira dal classico all'elettronico. Ma l'atmosfera non cambia.
Un album da ascoltare per chi voglia respirare un po' di Norvegia. Senza rabbia. Senza risentimenti. Assaporandone gli aspetti più intimi e solitari. Un album bello e delicato, la cui unica pecca è la breve durata di alcuni brani che avrebbero meritato uno sviluppo più ampio, costringendoci così a risvegliarci dal sogno.
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