I finlandesi Hevein arrivano al presente esordio sulla lunga distanza targato Spinefarm dopo una serie di demo e di diverse esperienze accumulate in più di dieci anni di esistenza, essendo la band nata all'incirca nel 1992 in quel di Helsinki. Se da un lato stupisce il fatto che questa formazione abbia impiegato così tanto tempo per farsi notare da un'etichetta, dall'altro ci si accorge di quanta maturità ed esperienza abbia nel frattempo avuto modo di collezionare questa singolare band. Il disco in questione infatti colpisce da subito per maturità e personalità, senza contare l'aspetto dell'originalità, ben manifesto fin dall'organico della band, nel quale troviamo, oltre ai soliti strumenti, violino e violoncello in pianta stabile. E con tale eclettismo di base e la grande preparazione dei singoli membri è lecito aspettarsi quanto meno un prodotto valido musicalmente, indipendentemente dai gusti personali. Su questo ultimo punto la band spiazza l'ascoltatore inserendo tantissime influenze, che vanno dal thrash al death melodico scandinavo, dalle atmosfere neo goth ad un certo modernismo metal, specie nel cantato melodico del singer Juha. In tutto questo gli archi si inseriscono egregiamente, risaltando maggiormente nelle parti ampie e melodiche piuttosto che in quelle sostenute e aggressive, aspetto sul quale l'intero disco traballa leggermente, al contrario di quanto accade per il lato più arioso e avvolgente.
Ad ogni modo, in qualsiasi incarnazione il sound degli Hevein si dimostra solido e vincente, in grado di sfruttare il proprio eclettismo senza risultare sterile e confusionale. Che poi le linee vocali e certe soluzioni diano un po' sui nervi alle orecchie di alcuni (in primis di chi scrive) è sacrosanto riconoscere a questa band i propri meriti e il proprio talento.
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