Inesorabile, senza sosta e con grande qualità, così potremmo descrivere l’incredibile ondata di lavori black metal che ha invaso il mercato nel 2018 … Ovviamente gli americani
Eosphoros non potevano mancare all’appello con il loro debut auto intitolato che ci presenta sei pezzi di black metal molto solidi, convincenti e di grande impatto. Il terzetto di Portland pur essendosi formato solo due anni orsono, dimostra di saperci veramente fare e in fase di songwriting non si lascia minimamente sfiorare da contaminazioni moderniste e voglia di sperimentare oltre il lecito dovuto, preferendo piuttosto un approccio sicuro, rigido e raw (soprattutto in fase di produzione) per dar vita a sei composizioni mediamente molto lunghe che pur non presentando chissà quali sorprese od evoluzioni fanno subito venir voglia di ributtarcisi dentro una volta finito l’ascolto. L’andazzo dell’album d’altronde è chiaro sin dall’opener
“Promethean Fire” con un buon assalto frontale, giusti break filo nordici e un riffing d’annata che spesso mi hanno fatto pensare ai Gorgoroth di inizio e metà carriera... Questo è l’andazzo qualitativo che si ha per buona parte dell’album, al quale è giusto aggiungere anche qualche “ispirazione” death oriented come in
“Trance Of Annihilation” , mentre
“Solitude” è il pezzo che rompe un po’ l’idillio venutosi a creare tra band e ascoltatore … infatti è evidente la voglia della band di creare un pezzo d’atmosfera e sinistro che possa trasmettere l’angoscia della solitudine, purtroppo però il brano risulta essere oltremodo pesante, stucchevole e rumorista e non riesce affatto nel suo intento. Fortunatamente
“Solitude” svanisce con l’inizio della conclusiva
“Sylvan Apotheosis” che è a tutti gli effetti il miglior pezzo dell’album grazie ad un inizio calmo e ragionato dove la band tesse trame melodiche semplici, ma efficaci ed evocative, per poi lasciarsi andare e sprigionare tutta la propria furia sul malcapitato ascoltatore. Pur non potendo certamente gridare al miracolo,
“Eosphoros” si segnala certamente per la sua ortodossia e per la carica negativa che riesce a trasmettere in maniera molto facile, semplice e diretta. Durante l’ascolto ho avuto l’impressione che la band potesse fare ancora di più, ma alla fine ha voluto andare sul sicuro e a ben vedere ha avuto ragione … Linfa nuova per la nera fiamma !
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