Questa interessante band greca giunge al secondo full length dopo un paio di anni di silenzio.
Perché band interessante?
Perché la musica proposta è un mix di classid/power/ epic metal che potrà soddisfare fans dei
Manowar (a cui Antonis Vailas si ispira) come dei
Judas Priest (anche Halford è fonte di ispirazione per il singer) e questo potrà garantire loro un certo riscontro.
Purtroppo però, a mio parere, questo "valore aggiunto" è diventato un'arma a doppio taglio in quanto se da un lato la proposta è interessante e pure portata avanti con discrete capacità esecutive, dall'altro il risultato finale rischia di essere troppo confusionario perlomeno ad un primo ascolto.
Prendete l'opener "
The Tempie Of R-lyeh", inizia con riff techno-thrash, poi diventa classic metal, il bridge centrale non si capisce se è mutuato dai
Black Sabbath o se prende spunto da un certo horror-metal. Niente di irreparabile, anche perché la band ci sa fare e le vocals di Vailas sono ottime, ma non riesco a non percepire un certa" confusione " di fondo che rende il prodotto troppo ambivalente.
La titletrack è veloce e molto heavy, "
Rose Red" è una galoppata in stile power alla Maiden, "
To Glory We March" inizia in modo esplosivo con un intro molto suggestivo e poi diventa una ballad alla Manowar, questi sono a mio avviso i pezzi più significativi, il resto rischia di stancare un po' col suo susseguirsi di riff seppur molto ben suonati, si prenda la conclusiva, lunga "
Order Of Charity" un condensato di cambi di tempo, stili , atteggiamento musicale.
I Saboter nonostante l'appartenenza inequivocabile all'ambito power non sono così facili (o scontati).
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