Mi sono attorcigliato nella precedente opera degli Zapruder come un'edera al proprio simbionte senza antonomasia.
Come "tesi, oggetti-soggetti" sono casi studio, portatori di concetti.
I francofoni, sempre più eletti, sono s-conosciuti almeno quanto metodicamente potenti. Facciamo che io sono un'asteroide e voi il pianeta affetto. I nostri animatori sonori che sondano con
discretezze quantiche le traiettorie sideree indesiderate sono
Capaci a risolvere i suoni e gli spartiti come pochi. Restano schiacciati da un "fare musica" senza produttori all'altezza. E se scomodassimo Steve Albini accorceremmo la questione? E se scrivessimo in modo lapidario, instagrammatico e smart
ne trarremmo beneficio (pieno)?
Si, anzi, eccome: ci onoreremmo del risultato altrui per ricalcarne l'essenza.
Allora tagliamo cortissimo.
Non ci sono più originali maestrie che ridondanti "errori" da sfrangiare.
Tutto è in equilibrio: persino le occasioni sfumate.
Ricordate che Gli Zap- sono (fra loro) amici veri e che prima o poi qualcosa accadrà anche alla loro carriera.
Buon pigiare. Buon metal'totale!
Sette meno-meno
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