Al quarto lavoro della loro carriera gli svedesi
Stilla iniziano, a mio avviso, a mostrare i primi scricchiolii.
Formatosi nel 2011, il quartetto di Skåne, fin dal bellissimo esordio "Till stilla falla" del 2013, si è imposto nella scena black metal per una marcata personalità che ha permesso al gruppo, sebbene la sua aderenza ai canoni classici del genere non sia mai stata messa in discussione, di offrirci musica "fresca", con pochi punti di riferimento e, di certo, molto interessante.
"Synviljor", sempre rilasciato come gli altri lavori dalla ottima
Nordvis Produktion, si allinea con i suoi predecessori ma non può più contare sull'effetto sorpresa dandoci, in tal modo, l'impressione che gli
Stilla si siano accontentati di percorrere un terreno familiare e privo di "pericoli".
Il loro black metal, come al solito, è epico, tendente al viking old style di primi Enslaved e Hades, ricco di aperture melodiche garantite dall'uso mirato ed intelligente delle tastiere, ma sempre aspro e dal sapore mistico, legato a doppio filo con la gelida natura svedese e spesso indulgente in veementi blast beat che distruggono ogni cosa al loro passaggio.
Tuttavia, nonostante tutto qui dentro sia fatto molto bene,
"Synviljor" non decolla definitivamente per colpa di alcune partiture e di alcune scelte che mostrano il fianco a momenti di noia che non mi sarei mai aspettato da un gruppo valido come gli
Stilla.
Tutto male?
Ovviamente no, perché, soprattuto per merito di buona parte delle composizioni, gli
Stilla confermano un talento fuori dal comune e ci consegnano momenti musicali brutali ma evocativi come pochi gruppi riescono a fare in particolare in ambito viking dove, spesso, ci si perde in tanti dettagli piuttosto che andare al punto di un genere che, come da nome, dovrebbe essere ruvido ed epico.
Gli
Stilla, invece, la capacità di comporre musica del genere ce l'hanno e la usano, ottimamente, per creare atmosfere epiche, fredde e molto personali che non possono passare inosservate agli occhi, e alle orecchie, degli amanti del Nord e delle sue atmosfere bellissime ma elitarie.
Peccato, ripeto, che la "magia" non si ripeta per tutto l'album dando la spiacevole sensazione che gli
Stilla abbiano, in parte, smarrito l'ispirazione.
In ogni caso,
"Synviljor" resta un album consigliato, con alcune perle quali
"Skogsbrand" (furiosa come il vento) e
"Över blodiga vidder" (eccellenti davvero i ricami di tastiere), che tutti gli amanti della buona musica estrema dovrebbero possedere ed ascoltare con molta attenzione.
Personalmente spero che già a partire dal prossimo album gli
Stilla tornino su livelli ancora più elevati, quindi di eccellenza, come è nel loro DNA ed a portata del loro talento.
Talento che, lo ammetto, forse mi fa essere troppo severo (
voi aggiungete pure mezzo voto in più senza problemi) verso un album che farebbe la gioia almeno della metà dei gruppi black metal in giro per il pianeta.